FUORI GLI OBIETTORI DALLE MUTANDE

Riceviamo e diffondiamo:

“Care compagne, vi chiediamo di darne diffusione.

Stamattina abbiamo cementato un “cesso” davanti l’ingresso dell’ospedale Pertini di Roma.

Con quest’azione abbiamo voluto segnalare l’attacco alla libertà di scelta delle donne da parte dei medici obiettori che lavorano nelle strutture sanitarie pubbliche.
L’ennesima violenza è stata vissuta da una ragazza costretta ad abortire in un bagno del Pertini senza alcun supporto sanitario a causa della sola presenza di medici obiettori.

Se l’aborto è criminalizzato tanto da lasciare sola una donna che interrompe la gravidanza, se non si prescrive la pillola del giorno dopo, se la normalità è avere una media di 17 medici obiettori su 19, se l’intersessualità e la transizione vengono demonizzate come se fossero una malattia, è perché ci sono responsabilità individuali generate e legittimate da una volontà politica volta a sostenere la cultura cattolica più bigotta ed oppressiva.

In Italia il numero di medici obiettori raggiunge l’80%, molti dei quali praticano l’aborto privatamente mettendo la propria carriera professionale al di sopra delle singole vite.

Resistiamo contro un’aggressione pervasiva e costante: la proposta di legge Tarzia, che voleva i movimenti per la vita all’interno dei consultori, privatizzandoli e svuotandoli del loro significato; l’impossibilità di accedere alla RU486, fornendola solo con l’ospedalizzazione di 3 giorni; la costrizione nei confronti delle donne migranti senza documenti in regola a trovare metodi alternativi e a volte letali per interrompere la gravidanza; i tanti, troppi ostacoli per trovare una ricetta e poi una farmacia per comprare la pillola del giorno dopo, farmaco su cui non si può obiettare perché contraccettivo e non abortivo; l’assenza di informazioni sulla pillola dei cinque giorni dopo e la conseguente impossibilità ad usufruirne.

Rifiutiamo l’ingerenza dello Stato e della Chiesa nelle scelte che dobbiamo affrontare nel nostro quotidiano. Vogliamo scegliere se, quando e come essere madri.

E’ con un cesso che vi diciamo che fate cacare:
continuiamo a chiederci in che modo venga gestito un luogo di cura in cui avvengono episodi tanto gravi, in cui, non lo dimentichiamo, è stata permessa e causata l’uccisione di Stefano Cucchi.

Vogliamo stanare ogni obiettore perchè venga rispettata la nostra libertà di scelta
Nessuna è sola se ci uniamo nella lotta,
Fuori i preti dalle mutande”._DSC9110

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Un 8 marzo antifascista, in solidarietà con la Svezia

Mentre l’8 marzo manifestavamo la nostra rabbia nei confronti degli obiettori e di tutti i soggetti che ci negano di autodeterminarci quando decidiamo come vivere i nostri corpi, a Malmo, in Svezia, un gruppo di attivist* antifascist* che aveva partecipato a una manifestazione contro la violenza sulle donne veniva attaccato premeditatamente da un gruppo di fascisti. Alcuni di loro sono stati accoltellati (con una pratica evidentemente non nuova ai fascisti di ogni paese) e uno degli aggrediti, avvocato appartenente alla rete di “tifosi contro l’omofobia”, Showan, versa ora in condizioni gravi. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà come cagne sciolte alle persone aggredite, tutta la nostra rabbia agli aggressori. L’8 Marzo, giornata di mobilitazione in cui abbiamo rivendicato l’accesso libero e gratuito all’aborto, la reperibilità 24h in ogni territorio della pillola del giorno dopo, l’autonomia decisionale per tutto il percorso di nascita e la depatologizzazione delle condizioni trans, e l’opposizione alle decisioni arbitrarie dei medici su@ neonat@ intersex e alla violenza ostetrica è stata per noi una giornata profondamente antifascista come sempre lo sono le giornate in cui si lotta per disporre con libertà e autodeterminazione dei nostri corpi.

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Giovedì 20/03 h 18 Assemblea per costruire la passeggiata del 6 aprile.

Domenica 9 marzo ci siamo incontrate per organizzare la seconda
passeggiata collettiva.

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L’assemblea ha scelto come data il 6 aprile perché il 7 aprile 1944 dieci
donne venivano assassinate dai nazifascisti dopo che avevano partecipato
all’assalto di un forno.
Vogliamo affrontare la violenza di genere parlando di riappropriazione, di
resistenza, delle donne che lottano e delle rappresaglie che subiscono.
Quello che ci piacerebbe fare è:
Tornare a Ponte di ferro per ricordare Clorinda Falsetti, Italia Ferracci,
Esperia Pellegrini, Elvira Ferrante, Eulalia Fiorentino, Elettra Maria
Giardini, Concetta Piazza, Assunta Maria Izzi, Arialda Pistolesi, Silvia
Loggreolo.

Continuare a denunciare l’obiezione di coscienza che ci impedisce di
scegliere se e come essere madri, respingere i continui tentativi di
reprimere la sessualità libera e consapevole.

Attraversare i luoghi da cui partiamo per riappropriarci delle nostre
vite, liberare spazi e desideri.

Riempire quei luoghi che attraverso campagne securitarie sul degrado e il
pericolo sociale vengono svuotati delle persone e delle loro relazioni per
sostituirle con militari e telecamere.

Giovedì 20 marzo alle 18 in via Ostiense 137 ci sarà una nuova assemblea
per costruire la passeggiata del 6 aprile.
Vieni!

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Giovedì 13/03 h19 – 7° PIANO di Åsa Grennvall

7° piano
Åsa Grennvall
con prefazione di Loredana Lipperini

Åsa studentessa di Belle Arti, incontra Nils che ha tutte le caratteristiche dell’uomo ideale: protettivo, gentile, attento. Nils, però, è anche gelosissimo. A poco a poco la gelosia diventa delirio narcisistico e Nils, in una lenta discesa nel dramma della violenza domestica, obbliga Åsa a rinunciare a tutto: vita sociale, amici, opinioni, gusti, storia personale, annientandone l’identità. La violenza psicologica diventa a poco a poco violenza fisica.
La violenza domestica, la spirale di solitudine e barbarie in cui Åsa vive, in cui Nils, il suo compagno, la relega. Un fumetto, una storia autobiografica, una storia di violenza come tante, la storia di una donna che ha deciso di raccontarla.

Introduce Centro Donne Dalia,
intervengono Cagne Sciolte

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#8marzo #iodecido

Contro l’obiezione di coscienza, la violenza ostetrica, l’accanimento medico sui soggetti intersex.

Per l’accesso libero e gratuito all’aborto, per la reperibilità in tutte le farmacie della pillola del giorno dopo, per la depatologizzazione delle condizioni trans.
Per la libertà di scelta di tutte e tutti, per l’autodeterminazione dei nostri corpi.

VOGLIAMO TUTTO!

#8Marzo Corteo cittadino! Piazza dei Condottieri (Pigneto) h. 15 #yodecido

dec

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#iodecido Comunicato sull’azione di oggi all’Ordine dei medici

Oggi, 4 marzo 2014, una centinaio di persone della rete  #iodecido ha occupato la sede dell’Ordine dei Medici di Cola di Rienzo, per rivendicare l’accesso libero e gratuito all’aborto, la reperibilità 24h in ogni territorio della pillola del giorno dopo, l’autonomia decisionale per tutto il percorso di nascita e la depatologizzazione delle condizioni trans, per opporsi alle decisioni arbitrarie dei medici su@ neonat@ intersex e alla violenza ostetrica . È stato chiesto un tavolo di discussione per riaprire il dibattito sull’obiezione di coscienza, che limita la libertà di scelta delle donne. In tutta risposta l’ordine dei medici si è rifiutato di aprire un confronto e di prendere posizione, di fatto appoggiando la cultura del controllo sui corpi. Come se non bastasse hanno chiamato le forze dell’ordine che hanno preteso di identificare e denunciare i/le manifestanti, riducendo la questione a un mero problema di ordine pubblico. Vergognoso il comportamento della polizia che ci ha letteralmente scortato, spintonandoci e insultandoci, fino alla metro, impedendo il diritto a manifestare pacificamente e la nostra libertà di movimento.
Ma noi non ci facciamo intimidire dalla gestione autoritaria di questo governo e sabato 8 marzo saremo tutt@ in piazza in un corteo-street parade che invaderà le strade della città.

Appuntamento ore 15:00 da Piazzale dei Condottieri.
#retecittadina #iodecido verso l’#8marzo

 

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#IoDecido di chiedervi: da che parte state? occupato Ordine dei medici a roma

4 marzo: occupata la sede dell’Ordine dei medici dalla rete cittadina #iodecido, contro l’obiezione di coscienza, per la libertà di scelta di tutte e tutti,  per l’autodeterminazione dei corpi.

COMUNICATO:

Dopo aver manifestato il primo febbraio a fianco delle donne spagnole contro l’attacco alla legge sull’aborto del ministro Gallardon, abbiamo deciso di ripartire ancora dall’Italia e da noi.  Nel Bel Paese la situazione è altrettanto drammatica: il diritto alla salute e la libertà di scelta sono ogni giorno messi in discussione dentro gli ospedali pubblici e i consultori. Questo avviene a causa dei tagli sempre più indiscriminati alla sanità e per lo svuotamento della legge194, esautorata di ogni valore per l’altissimo numero di medici obiettori (nel Lazio sono circa il 90%). Non è un mistero che l’obiezione di coscienza sia il passepartout verso lo scatto di carriera e quei pochi medici che,invece, praticano ancora l’aborto rimangono spesso isolati dalle stesse istituzioni mediche. Nelle sale parto le donne sono sottoposte ad abusi e violenze ostetriche, fisiche e psicologiche, ad interventi medici non necessari e non acconsentiti, spesso in contrasto con le evidenze scientifiche e quindi dannosi per la loro salute. Altrettanto tragica è la situazione quando si decide di intraprendere un percorso di transizione, che diventa un calvario fatto di ostacoli e umiliazioni. altra violenza agita sui bambini intersex a cui viene brutalmente assegnato un sesso con il ricorso ad operazioni chirurgiche irreversibili: si tratta dell’ennesimo attacco all’autodeterminazione.

Siamo perfettamente consapevoli della cultura cattolica che sostiene tutte queste pratiche e della tendenza al controllo dei corpi delle politiche europee e nazionali. 

Oggi siamo qui per denunciare tutto questo, ma siamo qui anche per chiedere a voi medici, operanti nel servizio pubblico, di prendere una posizione chiara in merito a questi punti:

accesso libero e gratuito all’aborto. per ogni donna, anche senza permesso di soggiorno in qualsiasi struttura sanitaria pubblica e in qualsiasi momento. Il medico che obbietta si rifiuta di erogare una prestazione sanitaria e quindi di compiere il suo dovere.

possibilita di scelta effettiva fra aborto chirurgico farmacologico (pillola ru486), in regime di day hospital 

* reperibilità h 24 in ogni territori del Levonorgestrel

* prescrizione in pronto soccorso del Levonorgestrel senza ticket e senza l’autorizzazione dei genitori per la dimissione delle minorenni

autonomia decisionale e partecipazione attiva di ogni donna a tutto il percorso nascita (gravidanza, parto, puerperio);

*rispetto delle evidenze scientifiche sul parto con riduzione degli interventi medici ai soli casi di effettiva urgenza e necessità e comunque orevio consenso libero e informato della donna ( taglio cesareo, episiotomia, manovra di kristeller, induzione farmacologica, rottura artificiale delle membrane, etc..)

nessun* bambino deve subire interventi medico farmacologici non necessari o trattamenti chirurgici cosmetici su genitali sani solo perché “atipici”;

* depatologizzazione della condizione trans

riduzione delle liste di attesa e dei costi della perizia dei diversi servizi per la re-attribuzione chirurgica del sesso;

                                                                           Dalla parte dei diritti o dei profitti?

rete cittadina #iodecido verso l’#8marzo

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6 marzo h.19 presentazione del libro “Cie e complicità delle organizzazioni umanitarie”

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#IODECIDO DI MANIFESTARE!

L’8 marzo è la giornata che tradizionalmente ricorda e rivendica le battaglie e l’autodeterminazione delle donne.

Quest’anno vogliamo far diventare quel giorno anche un momento di espressione e manifestazione di tutte e tutti: donne, uomini, gay, lesbiche, trans, queer, intersex, migranti, chi lotta per la casa, il lavoro, il reddito, contro le grandi opere e contro i cie.

Partendo dalla parola d’ordine “io decido” vogliamo opporci all’obiezione di coscienza che mina internamente la legge 194, vogliamo che ospedali pubblici e consultori vengano sostanzialmente rifinanziati. Siamo pront* a manifestare per avere pieno accesso alla ru486 e alla pillola del giorno dopo, per affermare la libertà di scelta sul parto, sull’aborto, sulla nostra sessualità e sulle nostre vite!

Ieri la Questura di Roma ha vietato il corteo fissato da piazza dei Condottieri e diretto verso il Policlinico Umberto I, adducendo problemi legati alla viabilità. 

E’ chiara la volontà politica di impedire una manifestazione determinata, cui hanno aderito moltissimi gruppi, collettivi e singoli/e. I temi del diritto alla salute, della libertà di scelta sul corpo e dell’obiezione di coscienza sono troppo spinosi per essere contestati!

Rivendichiamo il diritto di scendere in strada e manifestare per l’autodeterminazione e la libertà di scelta di donne, uomini, gay, lesbiche, trans, queer, intersex e migranti e invitiamo tutt* a partecipare e a sostenere questo corteo!

L’APPUNTAMENTO E’ PER TUTT* SABATO 8 MARZO
h. 15 a PIAZZA DEI CONDOTTIERI (Pigneto).

Rete cittadina #IoDecido
Verso l’#8M

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9 MARZO ORE 17 ASSEMBLEA PUBBLICA PER LA SECONDA PASSEGGIATA ANTIVIOLENZA!

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