PRESENTAZIONE DEL VADEMECUM DELLA BUONA AMICA E CENA!

Come ascoltare e sostenere una donna che vive una relazione violenta

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Questo vademecum è il risultato di una serie di discussioni collettive del laboratorio
permanente delle Cagne Sciolte contro la violenza di genere. Abbiamo deciso di dedicare parte delle nostre assemblee, attraverso workshop interni, alla definizione, al riconoscimento e alla narrazione della violenza di genere, con l’intento di individuare buone pratiche da utilizzare nella nostra quotidianità.
Si tratta di un percorso in atto: questo scritto è un tentativo di renderne pubblico un frammento affinché possa avere un impiego immediato e semplice. L’obiettivo che ci siamo poste è quello di fornire dei consigli a chi dovesse trovarsi ad interagire con una amica che sta vivendo una relazione violenta.

Non abbiamo la pretesa di dare risposte valide per ogni situazione e non è un “Bignami” dell’accoglienza in senso professionale: non esistono strumenti per uscire dalla violenza univoci e adatti a tutte. Per il momento ci siamo concentrat* soprattutto sulle relazioni in cui la persona che subisce violenza è una donna, eterosessuale o lesbica, per questo abbiamo scritto al femminile. Non sappiamo se quanto abbiamo scritto possa effettivamente servire come strumento nel caso di altre soggettività ma è un tipo di elaborazione che vorremmo iniziare, quindi sono graditi contributi e suggerimenti.

*Buona amica: intendiamo chiunque abbia un atteggiamento non giudicante e di ascolto, a prescindere da cosa abbia nelle mutande e dalle sue scelte.
H 20: PRESENTAZIONE DEL VADEMECUM
H 21: CENA VEGAN CON LA PUTTANESCA

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FESTA DI PRIMAVERA 22.03

primavera

 

Grande festa tutto il giorno dalle cagne sciolte in occasione dell’arrivo della primavera e del compleanno de* giardinier* sovversiv* (5 ANNI!)

– 11:00 corso di giardinaggio di base

Si parlerà di:
.struttura della pianta (radici, fusto, rami e foglie, frutti e semi, e loro funzioni)
.macro differenze tra specie di piante, loro caratteristiche e necessità (sole-ombra, acidofile, conifere, sempreverdi, stagionali, perenni)
.elementi e piante (acqua, luce, temperatura, terra, struttura, nutrimenti)
.coltivazione in vaso, metodo naturale o di produzione.

A seguire brindisi per * giardinier* sovversiv* che compiono 5 anni e pranzo vegano di autofinanziamento.

14:00 riprende il giardinaggio, con i lavori sul terrazzo
Portati i guanti e la paletta! Piante in dono saranno molto apprezzate!
Ci sarà anche un workshop di giardinaggio per * bambin*.

18:30 presentazione del primo calendario mestruale italiano “Lunario
della dea”, utile strumento di consapevolezza femminile.

 21:00 cena a sostegno della squadra di rugby femminile k-way, cucinata dalle rugbiste. E poi ancora giochi, placcaggi, mischie.

V’aspettiamo in via ostiense 137 (METRO B – GARBATELLA)

SE PIOVE IL CORSO VERRÀ FATTO LO STESSO!!!!
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Né normali né sfruttate_15 marzo@CagnaSciolte_ASSEMBLEA NAZIONALE VERSO IL NOEXPO PRIDE

noexpo pride

Tra poco più di due mesi apriranno i cancelli di Expo2015, l’Esposizione Universale che quest’anno avrà come slogan “Nutrire il Pianeta”: una vetrina che mette in bella mostra un modello di sfruttamento e devastazione dei territori e delle esistenze; la macchina Expo poggia su lavoro gratuito di moltissim* giovani, portando avanti un paradigma di precarietà e sfruttamento che si dispiega a livello nazionale. Tutto questo avviene a Milano, una città radicalmente trasformata dai progetti di speculazione e dalle imponenti opere costruite in vista del grande evento: metri cubi di cemento, che hanno richiesto sgomberi, sfratti, demolizioni, retate ed espulsioni, per escludere dai quartieri destinati ad Expo tutti i soggetti che non erano “presentabili” e “attraenti” per i turisti che sperano di attirare: migranti, sex workers, pover* e tutt* coloro che hanno scelto di opporsi alla macchina di Expo2015.
Da un lato vedremo esposte al suo interno tutte le grandi multinazionali del cibo, che sfruttano la terra e le popolazioni a cui è stata sottratta, e dall’altro la strumentalizzazione a fini propagandistici di immaginari, identità e rivendicazioni.
Il progetto Women for Expo, con il suo padiglione, darà spazio alla grande campagna mediatica vòlta ad imporre due modelli di emancipazione e centralità per le donne: da una parte la madre della vita e della terra, naturalmente predisposta alla condivisione, all’altruismo e al nutrimento e dall’altra la donna imprenditrice, la cui emancipazione si manifesta esclusivamente nell’esercizio di potere all’interno del modello capitalistico.
Ma Expo non si limita a questo, nel tentativo di trovare più consenso possibile e di espandere il target commerciale, strumentalizza il bisogno di riconoscimento ed emancipazione di lesbiche, gay, trans e queer, proponendo loro un mercato dedicato, fatto di iniziative, locali e quartieri friendly costruiti a tavolino, che hanno il solo scopo di intercettare una redditizia fetta di mercato. Destinatari di questi progetti sono quasi esclusivamente uomini gay di reddito medio alto e di origini occidentali.
Se questo progetto parlano ad una parte di mondo lgbt c’è tutta un’altra miriade di soggettività che vengono automaticamente escluse e negate. Sono quelle più scomode, meno redditizie che vivono una quotidianità di oppressione e discriminazione, d’invisibilità culturale e legislativa, di marginalizzazione ed espulsione dal mercato del lavoro.
A questo si aggiunge il progetto di Expo di Cascina Triulza , uno spazio in periferia nord di Milano, dove dare visibilità alle associazioni della “società civile”, tra cui alcune associazioni lgbt e di donne, così da dare un minimo di contenuto sociale al logo Expo2015, a cui oggi la maggior parte delle cittadini e cittadini associa solamente mafia, corruzione e tangenti.
Lo sfruttamento della terra e l’oppressione di genere mostrano la crisi evidente di questo modello sociale ed economico: Expo li rimette al centro del discorso strumentalizzandone i bisogni e rinchiudendoli in una cornice ben definita, funzionale al mantenimento del sistema capitalistico.

Noi siamo donne, trans*, sexworker, migranti, gay, lesbiche, queer e femministe e vogliamo riappropriarci della nostra Città perché la visibilità, l’agibilità e la sicurezza di questa città è fatta anche dai nostri corpi che la attraversano. Contestiamo il sistema di valori di cui Expo si fa portatore e rivendichiamo la libertà di vivere, amare, giocare, performare il nostro genere, i nostri desideri non conformi, la nostra sessualità e le nostre relazioni con gioia e trasparenza. Chiediamo riconoscimento per le molteplici reti di affettività di cui facciamo parte. Chiediamo reddito garantito per le nostre vite precarie. Rivendichiamo il diritto di liberare spazi e luoghi di confronto e di agibilità politica.

A dicembre 2014 c’è stato a Milano un primo incontro tra diversi collettivi femministi e lgbit*q da alcune città italiane, che aderendo al percorso generale contro Expo e alla May Day del 1° maggio, hanno però deciso di costruire anche una giornata di mobilitazione di donne e soggetti lgbit*q, un NoExpo Pride.
Per continuare la costruzione di questo percorso, ci sarà un secondo incontro pubblico a Roma, domenica 15 marzo dalle 10 alle 17, così strutturato:

ore 10.00 colazione tutt* insieme e riscaldamento muscolare

ore 10.30 (plenaria) riassunto delle puntate precedenti e report dei collettivi su come Expo sia presente nelle varie città (luoghi particolari di pubblicizzazione dell’evento, partnership, date di incontri/convegni, ecc…) e sui processi di strumentalizzazione e normalizzazione delle identità e delle sessualità presenti nei territori.

ore 11.30 tavoli di discussione:
– come portare il NoExpo Pride in tutte le città ( campagne, giornate di lotta condivise, parole d’ordine…)
– giornata del NoExpo Pride (data, contenuti, modalità di scendere in piazza…)

ore 14.00 pranzo e riposino

ore 15.00 (plenaria) report dai tavoli discussione su come articolare la campagna e sulla pubblicizzazione/comunicazione.

Ore 17.00 saluti e baci

L’assemblea verrà ospitata nello spazio occupato e autogestito dalle Cagne Sciolte, in Via Ostiense 137.
Per raggiungere lo spazio con i mezzi pubblici, metro b (da stazione termini o tiburtina in direzione Laurentina), fermata Garbatella.

Per info: noexpopride.noblogs.org e Fb: We-Women fuor d’Expo/ NoExpo Pride
Per ospitalità e informazioni logistiche sulla giornata del 15 marzo 3939291951

Femministe, froce e queer verso il NoExpoPride 2015.

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16 marzo ore 10.30_Fuori gli obiettori dal San Camillo!

È con rabbia e preoccupazione che rispondiamo all’allarme lanciato dalle ginecologhe che operano negli ospedali della provincia di Roma, circa il rischio che al reparto maternità e ostetricia dell’Ospedale San Camillo venga nominato un primario obiettore di coscienza.

Comunicato_sancamillo colori

Siamo costrette a constatare che dichiararsi obiettore di coscienza è la condizione irrinunciabile per fare carriera negli ospedali pubblici. Praticare l’I.V.G sembra infatti incompatibile col dirigere un reparto di maternità e ostetricia: come se garantire alle donne la libertà di scelta fosse in contraddizione con il promuovere una maternità responsabile e desiderata. I diritti delle donne sono calpestati per gli interessi di chi sta distruggendo la sanità pubblica avvalendosi di presunti meriti morali e religiosi e applicando la falsa retorica del taglio agli sprechi. I danni devastanti già si contano: il ritorno dell’aborto clandestino e casalingo, specialmente tra adolescenti e immigrate, non è più uno spettro del passato ma un orizzonte sempre più prossimo.

Il San Camillo è il centro per l’interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) più importante del Lazio, tra le 4 strutture a Roma a somministrare la RU486 (insieme al Grassi, al Sant’Eugenio e al San Filippo Neri). A fronte di altri 4 reparti IVG chiusi di recente nel Lazio (Monterotondo, Sora, Frosinone e Gaeta) e del faticoso e ancora atteso riavvio del repartino del Policlinico Umberto I, il San Camillo rimane il cuore dell’applicazione della Legge 194 nella regione. La nomina di un obiettore confessionale ci dà la certezza che anche al San Camillo nel giro di poco tempo richiedere un aborto significherà andare incontro a mille ostacoli, dai tempi d’attesa agli obiettori di coscienza.

Vogliamo richiamare alle sue responsabilità il governatore della regione Lazio Nicola Zingaretti: oggi garantire l’applicazione della legge 194 significa porre misure di tutela della salute e dell’autodeterminazione delle donne, come la garanzia di trovare medici non obiettori in ogni ospedale pubblico, facendo sì che questa scelta non sia più un limite alle possibilità di carriera di questi medici, evidentemente soggetti a discriminazione. Chiediamo a Zingaretti di indire un nuovo bando di concorso per il San Camillo in cui tali discriminazioni vengano efficacemente contrastate e i diritti delle donne e dei medici non obiettori rispettati.

Chiediamo infine al Governatore di mettere in atto quanto è in suo potere per garantire il Turn Over del personale medico e la massima qualità e assistenza negli ospedali pubblici così come nei consultori, sempre più poveri di personale qualificato e di risorse. È altrettanto necessario garantire le risorse necessarie e mettere tra le priorità nella riqualificazione la formazione e l’aggiornamento degli operatori sanitari in particolare per quanto riguarda l’IVG e la RU486, la prevenzione e la contraccezione.

Alla direzione sanitaria/generale del San Camillo chiediamo l’immediata attivazione di un reparto dedicato alla somministrazione della RU486. Inoltre ci batteremo affinchè il reparto IVG non venga scorporato dal reparto Maternità e trasferito in un’altra ala dell’ospedale. Questa scelta potrebbe rappresentare un rischio concreto per la vista stessa delle donne ricoverate, dilatando, in casi di emergenza, i tempi di trasferimento tra i diversi padiglioni.

Diamo appuntamento lunedi 16 marzo h10,30 sotto la direzione sanitaria del San Camillo durante i colloqui per la nomina del nuovo primario, affinchè tale nomina venga rinviata al momento in cui siano individuati candidato adeguati, che garantiscano i diritti delle donne e che rispondano pienamente alle mansioni richieste nella sanità pubblica.

Rete #IoDecido

 

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Ciao Laura

Ti abbiamo incontrata mentre iniziavamo il nostro percorso femminista, ricordiamo bene la tua voce, la tua risata e la tua determinazione.

Ti abbiamo conosciuta poco.

Non abbiamo mai incrociato i tuoi occhi.

Tutte insieme continuiamo a lottare anche per te, sarai con noi in ogni battaglia, perché le nostre idee non muoiono mai.

L’8 marzo manifestiamo in solidarietà con le donne kurde, per la nostra libertà e autodeterminazione. Sarà una giornata dedicata anche a te, camminerai al nostro fianco.

Noi non ti dimentichiamo.

Ciao Laura, che la terra ti sia lieve.
Cagne Sciolte

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8 marzo – Corteo: La lotta delle donne curde è la lotta di ognuna di noi

JIN, JÎYAN, AZADÎ

LA LOTTA DELLE DONNE KURDE È LA LOTTA DI OGNUNA DI NOI

L‘8 marzo 2015, 104 anni dopo la proclamazione della Giornata Internazionale delle Donne, le donne di tutto il mondo combattono ancora contro il sistema di dominio patriarcale.
Gli attacchi contro le donne diventano sempre più profondi e si sviluppano in modo sistematico o strumentalizzato per alimentare/aumentare norme repressive e securitarie in ogni ambito dell’esistenza fino al femminicidio, che spesso non viene riconosciuto come tale.

8marzo2015 piccolo

La violenza sulle donne, l’eteronormatività, il sessismo, il razzismo, lo sfruttamento, le restrizioni sulla libertà di scelta e di autodeterminazione, l’isolamento sono i dispositivi attraverso cui lo stato capitalista e patriarcale esercita il proprio controllo sulle nostre vite e contro cui ci vogliamo ribellare.
Le donne hanno oggi più che mai l’urgenza di costruire insieme la propria autodifesa.
È proprio questo che attualmente sta succedendo nel Rojava. Nei tre cantoni curdi dell’amministrazione autonoma nel nord della Siria, le Unità di Difesa delle Donne YPJ combattono per la liberazione delle donne e dell’intera società. Le YPJ conducono una lotta contro l’oppressione e il femminicidio a tutti i livelli.
La lotta delle donne curde non è solo una lotta militare contro IS, ma una posizione politica contro il capitalismo, in questo momento neoliberista e neocoloniale e contro la struttura patriarcale. Non limitano la loro lotta contro la violenza e l’oppressione sulle donne a una sola giornata, ma con la loro lotta trasformano ogni giorno nell’8 marzo.
Migliaia di donne -⁠ donne kurde da Turchia, Iran, Iraq, Siria, Armenia, Russia e Europa ma anche donne internazionaliste del Medio Oriente e dai paesi Europei -⁠ partecipano attivamente a questo movimento come militanti. Hanno deciso di lottare contro una vita determinata dal sistema patriarcale e capitalistico insieme a tante altre donne anche differenti da loro.
Il movimento delle donne curde è infatti consapevole che la libertà deve comprendere tutti gli aspetti della vita perché oppresso e marginalizzato in molte forme diverse: etnia, classe, genere. La liberazione delle donne è diventata perciò inscindibile momento della resistenza curda contro tutte le oppressioni e non sorprende che siano tante le donne a partecipare alle unità armate e alla gestione delle amministrazioni locali in tutta la regione, siano loro di provenienza araba, turca, armena e assira.
La forza contagiosa della lotta delle donne e del generale processo di rivoluzione sociale in Rojava viene oscurato e criminalizzato dall’imperialismo occidentale a guida statunitense che continua a classificare il PKK come organizzazione terroristica, al pari dell’IS, svelando così la sua vera natura cioè la pretesa egemonica del capitale.
Insieme alle donne kurde combattiamo contro la guerra imperialista che arma sempre gli oppressori e impone con la sua ideologia il marchio itinerante di terrorista a chiunque si sottragga al disegno del sistema di sfruttamento globale impostoci.
Organizziamo la nostra resistenza di genere e di classe ovunque nel mondo. Liberiamoci insieme dal sistema di dominio patriarcale e capitalistico.

Viva la solidarietà internazionale delle donne!
DOMENICA 8 MARZO CORTEO
PARTENZA ORE 10 DALLE CAGNE SCIOLTE VIA OSTIENSE 137B
ARRIVO AL CENTRO SOCIO CULTURALE ARARAT CON PRANZO SOCIALE A SOSTEGNO DELLA RICOSTRUZIONE DI KOBANE
A SEGUIRE PROIEZIONI E ASSEMBLEA PUBBLICA

_Assemblea femminista e lesbica del 22 febbraio ad Ararat_

L’appello internazionale: Dedichiamo la Giornata Internazionale delle Donne 2015 alla rivoluzione delle donne nel Rojava

Le iniziative nei territori verso l’8 marzo

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GIORNATA di REGGAETON TRANSFEMMINISTA – Sabato 21 febbraio

GIORNATA di REGGAETON TRANSFEMMINISTA dalle CAGNE SCIOLTE:

H. 11-13 Workshop teorico-pratico: discussione, hacking (riscrittura dei testi) e ballo! Riflessioni porche sul politicamente scorretto e sul sessimo nei testi.

H. 21 Concerto CHA.NE.CA.* con incursioni della pornoattivista Maria Basura**

A seguire dj set Cumbia (La Esquina del Soul/Radiondarossa)

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*CHA.NE.CA. è un progetto politico prima di essere uno sghembo trio di queers cileni che fanno reggaeton. Il gruppo nasce e si forma dentro workshop femministi che riflettono sul sessismo, pratiche postcolonialiste e boicottaggio del politicamente corretto nei testi.

**MARIA BASURA è una pornoattivista cilena. http://lasbasurasdemaria.blogspot.com.es/

Creo en maria basura toda poderosa llena de inmundicia y miseria, creo en las protestas y las piedras en la caras de la ley, creo en la masturbacion como unico camino hacia la perfeccion, creo en el sexo anal como redimicion ante nuestro todopoderoso dios que soy yo, creo en las drogas como la mejor escapatoria de este nefasto mundo. creo, creo creo en mi y en mundo indecente y mejor
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(Il workshop finisce alle 13 per permettere a tutt* di poter andare al corteo per Valerio Verbano)

Giovedì 19 alle 17 i CHA.NE.CA. saranno ospiti a La Equina del Soul (Radiondarossa 87.9 fm)

Be Perra or stay at home.

PERREA
PERREA
PERREA

web-chanecagne

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8 Feb. h18 Tutta La Mia Vita E’ Stata Una Lotta – Presentazione del libro della compagna curda Sakine Cansiz.

Tutta La Mia Vita E’ Stata Una Lotta – Presentazione del libro di Sakine Cansiz.
Il libro è il primo di tre volumi che Sakine Cansiz, co-fondatrice del movimento per la liberazione curdo ha scritto negli anni 1996-1998 sulle montagne del Kurdistan e del Medio Oriente.
locandina test3
ORE 18 Presentazione del libro con Haskar Kirmizigul della Fondazione internazionale delle donne curde in Olanda.

ORE 21.30 Cena a cura della trattoria popolare vegan ‘La Puttanesca’ per sostenere l’autogestione del campo profughi Newroz in Rojava

DURANTE LA SERATA VIDEOINTERVISTE E FOTO A CURA DEL GRUPPO DI COMPAGNE FEMMINISTE ANDATE IN ROJAVA IN OCCASIONE DEL 25 NOVEMBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA CONTRO LA VIOLENZA DEGLI UOMINI SULLE DONNE

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Workshop in Tecnica di Prototipazione Rapida e Stampa 3D

 

Sta per iniziare il Workshop in Tecnica di Prototipazione Rapida e Stampa 3D!

Il laboratorio consiste in un corso gratuito rivolto alle donne e alle soggettività queer, riguardante i temi della stampa 3D nel contesto della realtà Open Source e Low cost. Questo corso intende avvicinare al mondo dell’elettronica e dell’intelligenza artificiale quelle persone che spesso, per discriminazione o autodiscriminazione, ne sono escluse. Non sono richieste conoscenze specifiche e il livello del corso verrà stabilito in base alla reattività di chi partecipa.
Il workshop ha una durata di circa 20 ore suddiviso in 5 incontri di 4 ore e verrà avviato con un minimo di 15 partecipanti. L’inizio è previsto intorno al 12 o 14 febbraio: da decidere, in base alle esigenze di chi parteciperà, un giorno tra il giovedì (dalle 18:30 alle 22:30) e il sabato (dalle 16:00 alle 20:00).
I costi per l’acquisto dei materiali necessari al laboratorio saranno autofinanziati con una sottoscrizione libera delle partecipanti.

Il workshop verrà presentato Sabato 7 febbraio, alle CagneSciolte in Via Ostiense 137, con un aperitivo a partire dalle h.18, per conoscerci tutt* e scambiarci maggiori informazioni. Il ricavato dell’aperitivo andrà a finanziare parte delle spese per la realizzazione del workshop.

Per iscrizioni o chiarimenti scrivi a: distruggi.flatlandia@gmail.com

Il corso sarà strutturato in tre fasi:

1° Avvicinamento al tema e lezioni teoriche
– Introduzione ai temi dell’open source e del low cost.
– Arduino: il cervello di una stampante 3D. Perché conoscerlo e saperlo gestire.
– Introduzione ai software per la modellazione ed esportazione dei file esecutivi di stampa: Rhinoceros, Sketchup. Esportazioni in .STL, correzioni .STL con Netfabb
– Introduzione ai software di gestione dei file di stampa: quali sono e come si usano. In particolare il corso fornirà le conoscenze per utilizzare i software Slicer e Pronterface.
– Introduzione teorica alle caratteristiche tecniche di una stampante 3D.

2° Traduzione pratica delle conoscenze acquisite durante la fase precedente
– Introduzione pratica alle caratteristiche di una stampante 3D: disassembliamo e riassembliamo una stampante 3D (solo le parti principali ovvero estrusore, motori e parte elettronica, end stops e assi).
– Prepariamo un file: dalla modellazione alla stampa.
– Studio sulle prime stampe: dall’oggetto risaliamo ai possibili errori effettuati nelle fasi precedenti.

3° Stampa
– Stampa e studio di oggetti preparati dalle allieve.

V’aspettiamo in via ostiense 137b

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31G h. 10.00 @P.zza G. Vallauri (Garbatella) – L’ARGONAUTA partiamo dal ponticello per autogestire un quartiere!

argonauta

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