Intervista alle cagne sciolte

Errata corrige: il 25 novembre non nasce come data dell’Onu, perchè solo nel 1999 L’Assemblea Generale dell’ONU ha ufficializzato questa data che fu scelta durante l’incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981. In ricordo dell’ assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie perchè tentarono di contrastare il regime di Trujillo, Repubblica Dominicana

Ripubblichiamo un’intervista di Filippo Roniolo al nostro branco, uscita su IlCorsaro.info.

Il 25 Novembre Vladimir Putin ha fatto visita al nostro paese, proprio nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ormai celeberrimo per la violenta repressione delle Pussy Riot e per la criminale legge contro la “propaganda omosessuale”. In italia il securitarismo avanza così la legge contro l’omofobia e i provvedimenti contro la violenza sulle donne, di fatto sono “pacchetti sicurezza”, che hanno solo una azione repressiva.

Protagoniste della contestazione sono state le “Cagne sciolte”, che hanno messo in campo una serie di azioni, dal concerto in una chiesa stile “pussy riot” al corteo non autorizzato fin sotto il quirinale, luogo dove il desposta russo aveva incotrato poco prima il capo dello stato italiano.

Chiediamo a loro, in un intervista il senso della lotta, e le novità in campo.

Ieri abbiamo assistito a diverse azioni molto forti in occasione della
visita di Putin in Italia. La data coincideva con la “giornata
contro la violenza sulle donne” che ha visto un proliferare di
iniziative, più o meno ipocrite e di facciata. Date
“internazionali” come quella di ieri sono da considerarsi solo
sterili ricorrenze o aprono contraddizioni utili alla causa? Quali?
       


Le ricorrenze internazionali, anche quelle nate con i migliori intenti, spesso vengono svuotate dei propri contenuti. Pensiamo all’8 marzo, che da giornata femminista di lotta è diventata la festa in cui si regalano mimose alle donne…In qualche modo il 25 novembre ha subito un processo inverso: da giornata istituzionale e istituita dall’ONU, alcune donne sono riuscite a significarla e darle i valori dell’autodeterminazione e della lotta al patriarcato e alla violenza, contro le politiche sicuritarie (vd. 2007). Quei discorsi sono diventati così tanto di dominio pubblico che…sono stati totalmente sviliti da gruppi come SNOQ, che ne hanno fatto un problema di morale e buonismo, per poi ritornare sulle politiche sicuritarie, con la legge femminicidio recentemente approvata. Insomma, non ci sono date utili o meno, ma a volte riescono a essere usate per amplificare i propri discorsi!

A Roma e in Italia si sta diffondendo un nuovo immaginario di lotta femministra/queer/puttana/trans che ha preso il via in maniera speculare a “se non ora quando?”. Qual’è la critica generale che fate a quell’esperienza politica?

Il moralismo, perché nasceva da una critica di quel tipo al berlusconismo (ovvero attaccava le abitudini sessuali di Berlusconi e soprattutto il fatto che pagasse per fare sesso) e non problematizzava affatto la questione del sex-work come possibile scelta di autodeterminazione. In parte la risposta è nella domanda: ovviamente l’immaginario di lotta che ci appartiene femminista/queer/puttana/trans non veniva assolutamente preso in considerazione da quel percorso.

La critica all’autoritarismo: sia sul decreto sul femminicidio che sulla legge sull’omofobia (dire contro l’omofobia mi sembra ridicolo) molte soggettività stanno dando battaglia: Non è con i “pacchetti sicurezza” che dobbiamo difenderci dagli oppressori. Cosa contrapporre all’autoritarismo?

L’autodeterminazione, la costruzione di percorsi dal basso etc.
Riprenderci stanze tutte per sé per avere momenti tutti nostri, fuori dalle brutture di chi ci giudica perché troppo troie o madonne, troppo vestite o troppo svestite, troppo maschie, smaschie o femmine, perché ci piacciono persone del nostro sesso o pensiamo che non esistano i sessi. Perché purtroppo ancora troppo spesso si sente di ragazzi omosessuali che si suicidano e perché tristemente siamo il paese europeo in cui più trans sono state uccise nell’ultimo anno.
Riprenderci le piazze, le strade e i luoghi pubblici perché non ci sono politici/he che ci rappresentano, specie quando parlano di carcere (una struttura che ci opprime tutte), perché partire da sé ci piace per conquistare tutto lo spazio di cui abbiamo bisogno.

Nell’aprile scorso Roma ha ospitato la prima “slut walk” italiana, ponendo il tema della prostituzione con un taglio nuovo in questo paese, tema che nel termine “cagne” riemerge. Immagino esista più di una relazione, probabilmente una continuità, quale?

Le prime cagne si sono palesate nel ’68 con un manifesto che riportiamo integralmente sul nostro blog. Ce ne sono di molto diverse, anche se tutte hanno subito la stessa oppressione. A volte ringhiano insieme nelle strade: la slut walk è stato un tentativo di abbrancarsi, farsi branco e riprendersi gli spazi di cui sopra.
I branchi si moltiplicano e speriamo che aggreghino sempre più cagne e prendano sempre più spazio!

I movimenti femministi radicali hanno visto per molto tempo una firma storica, le compagne si sentivano “donne e lesbiche” ad oggi l’identità si è spostata, appaiono definizioni come “trans/puta/lesbo/queer/anarcofemminista”. Io lego questo passaggio a “gende trouble” di Judith Butler che da avvio ai queer studies facendo un libro a suo dire femminista. Anche tu condividi con lei l’idea che per abbattere il patriarcato di debba mettere in discussione il genere come dato biologico. Dobbiamo dubitare che esista un maschile? 

Il maschile è esistito come termine di oppressione, piuttosto, sarebbe bello se il maschile dubitasse della sua esistenza. Noi purtroppo ne prendiamo atto.

“Sputiamo su Putin” è parso a molti come una citazione di Carla
 Lonzi. Punto di riferimento del femmismo radicale degli anni ’70 oltre
che storica dell’arte. Il suo libro “sputiamo su hegel” è ancora
un testo letto e condiviso dalle compagn*? Quale rapporto con le
sorelle del passato? 


La differenza della donna sono millenni di assenza dalla storia. Approfittiamo della differenza, scrivevano alcune compagne di Rivolta femminile. Da quella differenza sono partiti i nostri primi ringhi, poi contaminati da mille altri.

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