Nella settimana Santa della Giubilella 2025 apriamo le porte del nostro desiderio 🔥
🍋💥Celebriamo l’erotismo dei nostri corpi e la potenza delle nostre relazioni 💦 In faccia a chi ancora crede di governare i nostri corpi, di controllare le nostre vite e ingabbiare i nostri desideri, ululiamo alla luna!✨🐺🐾
Noi semo quelle che j’arisponnemo in coro: è meglio il ditoooo 👉delle mie amicheeee che questa zozza società!🍑
Venite già mangiate ma venite!📣
21.00 – Life of Wilgefortis (first performance) 21.30 – Catholic School girls/gays/theys (magic dykes) 22.00 – pignatta abbatti il cupolone 22.30 ~> 1.00 djset
🦋Straborda di potenza lesbica la nostra lingua 🔥❤️🔥
Al solito, No machi no terf no swerf no stronzi 𝐃𝐢𝐨 𝐬𝐩𝐫𝐚𝐲!
17.04.2025, ore 19:30 – La lotta contro la carceralità: una prospettiva femminista -e- abolizionista
Rispondiamo all’appello urgente lanciato da Addameer, denunciando la brutalità senza precedenti che vige nelle carceri sioniste dall’inizio del genocidio.
Incontro per approfondire i temi della carceralità, del colonialismo di insediamento e della lotta femminista palestinese, per cogliere le intersezioni e per imparare lɜ unɜ dallɜ altrɜ.
Organizza il collettivo IN.Palestina.
Intervengono: Cecilia Dalla Negra Giovani Palestinesi Roma
Raccolta fondi in solidarietà con The Sameer Project
La Giornata delle Persone Palestinesi Imprigionate si celebra ogni anno il 17 aprile, per onorare il sacrificio e la resistenza delle persone palestinesi imprigionate nelle carceri sioniste.
Dal 1967, il regime coloniale sionista ha imprigionato oltre un milione di palestinesi in tutta la Palestina storica.
Oggi, le persone palestinesi imprigionate sono più di 9.500, tra cui oltre 350 bambinɜ, almeno 21 donne e 3.405 persone in detenzione amministrativa, recluse a tempo indeterminato, senza accusa né processo.
In occasione di questo 17 aprile, rispondiamo all’appello urgente lanciato da Addameer e denunciamo la brutalità senza precedenti che vige nelle carceri sioniste, dove sono state martirizzate almeno 61 persone solo dall’inizio del genocidio.
Nel riconoscere la mostruosità del momento storico che siamo chiamatɜ a testimoniare, vogliamo anche mettere in luce la rete di strutture che rende possibile e alimenta tale disumanizzazione.
Parliamo della carceralità non solo come dispositivo repressivo proprio dello Stato, ma come meccanismo sistemico di controllo che impone e mantiene gerarchie razziali, coloniali, patriarcali e capitaliste.
La prigione è tanto un luogo di annientamento quanto uno spazio di resistenza. Le esperienze delle persone palestinesi imprigionate ci parlano di oppressione, ma anche di cura reciproca, educazione politica e auto-organizzazione.
La carceralità è parte di un sistema globale che accomuna la realtà palestinese a quella delle persone migranti, razzializzate e marginalizzate in ogni parte del mondo.
Il caso di Anan Yaeesh evidenzia chiaramente il legame tra le politiche repressive del regime sionista e quelle portate avanti dallo Stato italiano: contesti diversi, ma logiche comuni di sorveglianza, punizione e criminalizzazione della resistenza.
Invocando tradizioni e pratiche politiche proprie del femminismo abolizionista, vogliamo creare uno spazio che non sia solo di commemorazione, ma anche di educazione collettiva.
Ci riuniamo per approfondire i temi della carceralità, del colonialismo di insediamento e della lotta femminista palestinese, per cogliere le intersezioni e per imparare lɜ unɜ dallɜ altrɜ.
Ci riuniamo per affinare la nostra visione politica e rafforzare i nostri movimenti.
Lottare contro la carceralità significa immaginare e costruire un mondo diverso, fondato sulla giustizia e la cura: un mondo senza gabbie, senza occupazione, senza frontiere.
Giovedì 17.04.2025, ore 19:30 – Cagne Sciolte, via ostiense 137
Quando il mondo non era accessibile lo abbiamo ricreato in luoghi differenti.
Quando non c’era più comunità l’abbiamo cercata nella sorellanza.
Abbiamo sempre trovato modi alternativi per sopravvivere, per r-esistere.
Oggi come allora.
È per questo che, come rete della conoscenza Roma, in ricorrenza del TDoV, sentiamo la necessità di chiamare un’assemblea separata per persone trans binarie e non binarie, per creare uno spazio di ascolto e scambio che parta dalla nostra euforia, gioia, resistenza, dai nostri vissuti, dalla nostra corporeità, dai mille modi di travestirci e di abbracciare la mostruosità.
Come soggettività trans* decostruiamo ogni giorno regole e ruoli imposti, spacchiamo questo mondo che si regge sul disciplinarci: condividiamo insieme la bellezza di poterci ricreare.
Prendiamoci un momento in cui poter celebrare in maniera non performativa la nostra esistenza, così come i nostri sogni, traguardi, punti di vista.
Mettiamoci insieme in una cerchia, guardiamoci, riconosciamoci e raccontiamoci: riscriviamo sulle righe cancellate ricalcando ogni volta più forte.
La serata proseguirà con delle performance che metteranno al centro l’identità trans* in diversi modi: da spettacoli drag a esibizioni poetiche.
Saranno con noi le nostre sorelle* della collettiva Brigate Rosa ed arriveranno presto altre info.
Il tutto accompagnato da una cena vegana preparata da noi.
Sia la cena che lo spettacolo saranno aperte a tutte le soggettività che vorranno attraversare questo spazio con noi: se non sei una persona T* ma vuoi festeggiare con noi raggiungici per cena!
Ricapitolando:
ore 17.30: gruppo di autocoscienza separato T* – partiamo dalla nostra euforia e gioia;
ore 19.30: cena vegana;
a seguire: performance artistiche e drag show con le Brigate Rosa.
Ci vediamo a via ostiense 137, Cagne Sciolte
Al solito, No machi no terf no swerf no stronzi 𝐃𝐢𝐨 𝐬𝐩𝐫𝐚𝐲!
Egitto: Alaa Abdel Fattah è un compagno egiziano in carcere dal 2013.
Alaa il 29 settembre ha finito di scontare la pena di 5 anni per diffusione di false notizie, solo per aver parlato di un detenuto morto ammazzato nelle carceri in Egitto.
Alaa è particolarmente odiato dal regime egiziano per le sue posizioni politiche, motivo per il quale da decenni si trova dietro le sbarre, non solo lui ma moltissime persone attive durante la rivoluzione del 2011, sono 60.000 le persone detenute in Egitto per motivi politici.
Laila Soueif, docente all’università del Cairo, una compagna che ha una lunga storia di lotta e resistenza alle spalle, madre di Alaa è in sciopero della fame dal 30 settembre per chiedere la liberazione di Alaa che ingiustamente continua a rimanere dentro, ma anche di chiunque sia privato della propria libertà.
Laila è entrata al quinto mese di sciopero della fame ad oltranza. “O liberate Alaa o il mio corpo collasserà, ma sono determinata a continuare fino alla fine”, queste le sue parole.
Davanti alla sua determinazione che sta mettendo in pericolo la sua vita, il suo corpo sta iniziando a cedere ed è prossimo al collasso, in questo momento è ricoverata in ospedale a Londra.
C’è bisogno di solidarietà.
Laila in questo momento è a Londra, prima di finire in ospedale tutte le mattine andava davanti al ministero degli affari esteri inglese affinché il governo intervenisse concretamente per scarcerare Alaa che ha la doppia cittadinanza.
La responsabilità della vita di Laila e la liberazione di Alaa è in mano al governo inglese e egiziano.
Non possiamo continuare a guardare senza prendere posizione e agire, d’altronde come dice Alaa nel suo libro Non siamo ancora stati sconfitti, finché siamo persone libere e non dietro le sbarre.
Il silenzio è complicità!
Per aggiornamenti: https://freealaa.net/ #FreeAlaa #SaveLaila
Per aggiornamenti sulla situazione di Alaa e gli/le altr* prigionieri politici in Egitto è possibile seguire il canale Telegram Egitto-FreeAlaa-SaveLaila: t.me/FreeAlaaSaveLaila
AGGIORNAMENTI SULLO SCIOPERO DELLA FAME DI ALAA: LA SORELLA SANAA SEIF
Dal 1° marzo, l’inizio del mese di Ramadan Alaa ha iniziato uno sciopero della fame dopo aver appreso che la salute della mamma era peggiorata in ospedale. Al terzo giorno gli avvocati hanno presentato una denuncia al Pubblico Ministero, documentando lo sciopero. Il giorno dopo, un membro del pubblico ministero si è recato in prigione da Alaa, ha scritto un rapporto registrando le sue richieste. I valori della glicemia: 67 e la pressione: 70/110.
Sono 5 mesi che Alaa vuole iniziare uno sciopero, non accetta che sia la madre a mettere in
pericolo la sua vita mentre lui sta a guardare. Inoltre dice se qualcuno deve portare avanti questa lotta è proprio lui.
Avrei preferito dissuaderlo e chiedergli di aspettare, perché non sostengo più di correre di qua e di là e di essere preoccupata per entrambi. In realtà Alaa ha aspettato tantissimo per noi, ma era molto stressante psicologicamente per lui. Quando la mamma è entrata in ospedale, Alaa non è più stato in grado di aspettare.
Ho tardato ad annunciarlo nella speranza che qualcuno andasse in prigione gli parlasse dandogli un barlume di speranza che lo facesse tornare indietro dall’idea di uno sciopero della fame.
Ma ha ricevuto una lettera da Alaa che confermava che stava continuando il suo sciopero e diceva che la procura era andata da lui e quindi ho deciso di non aspettare più.
Sono arrivata in Egitto, il colloquio con Alaa è l’8 marzo.
Mamma è in condizioni di salute abbastanza stabili, e dovrebbe uscire dall’ospedale se gli esami del giorno sono buoni. I medici si aspettano che possa stare a casa per un po’ purché venga trasferita a uno sciopero parziale, ma ovviamente tutto questo è temporaneo, si aspettano che tornerà di nuovo in ospedale se il problema non sarà risolto rapidamente.
Posted inGeneral|Comments Off on Egitto: Laila Soueif, attivista e madre di Alaa, continua lo sciopero della fame contro le incarcerazioni politiche
𝔰𝔬𝔯𝔞 𝔩𝔢𝔩𝔩𝔞 – una raccolta di corti su lesbismo e religione (ma anche qualche gays) giovedì 6 febbraio 2025 dalle 19.30 – la proiezione inizierà alle 20
non ci sarà cibo quindi vieni già mangiatə o portati la cena!
👼 𝔰𝔞𝔦𝔫𝔱𝔪𝔞𝔨𝔦𝔫𝔤 – Marco Alessi (UK, 2021) 23′
Documentario sulle “Sorelle della Perpetua Indulgenza”, un collettivo di attivist* “suore” che tra una protesta e l’altra celebrano pratiche di canonizzazione (in vita) di icone della comunità LGBTQ. Nello specifico, questo doc celebra il trentesimo anniversario della santificazione di Derek Jarman, regista e attivista gay apertamente sieropositivo.
💒 𝔠𝔞𝔱𝔥𝔢𝔡𝔯𝔞𝔩 – Ronald Chase (USA, 1971) 10′
Uno dei primi film sperimentali gay post-Stonewall che celebra la commistione tra sesso e spiritualità, fondendo tra di loro immagini di corpi e amanti con quelle della Saint Chappelle di Parigi.
🪦 𝔰𝔢𝔵, 𝔩𝔦𝔢𝔰, 𝔯𝔢𝔩𝔦𝔤𝔦𝔬𝔫 – Annette Kennerley (UK, 1994) 6′
Un corto che mostra un incontro di cruising lesbico nel cimitero di Abney Park, dopo un incontro al celebre Clit Club di Londra.
💦 𝔱𝔯𝔦𝔟𝔲𝔱𝔢 – Max Disgrace, Lina Bembe (UK, 2017) 7′
Un tributo al film Sex, Lies, Religion dove va in scena, più di vent’anni dopo, un incontro di cruising lesbico nel cimitero di Abney Park.
✝️ 𝔡𝔞𝔪𝔫𝔢𝔡 𝔦𝔣 𝔶𝔬𝔲 𝔡𝔬𝔫’𝔱 – Su Friedrich (CA, 1987) 42′
Film sperimentale che indaga, in vari modi, il lesbismo nella vita delle suore. Il film mischia immagini e commenti del classico del cinema “Narciso Nero” con stralci del testo di Judith C. Brown “Atti Impuri”, dedicato alla figura di Benedetta Carlini, (suora e mistica italiana vissuta nel 1600 che si presume ebbe una relazione lesbica con la sua compagna di cella), oltre a conversazioni tra la regista e una sua amica suora, che racconta del suo rapporto con la sua sessualità e il cattolicesimo.
𝔽𝔼𝕄𝕀ℕ𝕀𝕊𝕋 ℕ𝕀ℕ𝕁𝔸 ~ 𝚊𝚐𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚊𝚛𝚎 𝚒𝚕 𝚏𝚎𝚖𝚖𝚒𝚗𝚒𝚜𝚖𝚘 𝚒𝚗𝚝𝚎𝚛𝚗𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚕𝚊 𝚌𝚕𝚊𝚜𝚜𝚎 𝚑𝚊𝚌𝚔𝚎𝚛 🤖
dalle 19 proiezione e chiacchiera con le autrici ai Carmela e Ines
Feminist Ninja è un documentario creato come supporto per i laboratori di hacking e autodifesa digitale organizzati con lx compagnx a barcellona. il documentario presenta alcuni concetti teorici come la “classe hacker” di McKenzie Wark, analizza le pratiche digitali mainstream e le problematiche dell’attivismo digitale (in generale, nell’uso delle tecnologie digitali) nell’era del capitalismo della sorveglianza, proponendo infine alcuni scenari di emancipazione attraverso una riorganizzazione collettiva
Domenica 10 novembre 2024 dalle ore 13.00 alle ore 21.00 l’Archivio di noi si presenta!
Intanto possiamo dire che..
ARCHIVIO DI NOI è un progetto/percorso di auto-narrazione collettiva, composto di interviste video fatte da NOI a NOI, lesbiche, trans, persone nonbinarie, per appropriarci del potere di costruire e ricostruire la narrazione della nostra storia. Tessere genealogie, annodare fili, raccontare i bivi, i dilemmi, le scelte, il riconoscersi e il separarsi. Vogliamo costruire uno strumento per creare la nostra Memoria e proiettarla nel futuro.
Il NOI di questo archivio è multiforme: “NOI” è il filo invisibile che ci tiene insieme, legate da femminismi e transfemminismo, con un punto di vista intersezionale.
Un noi elastico, fluido, che si espande e fa entrare, osserva spaesato, assorbe, rivela connessioni multiple tra percorsi ma anche semplici sguardi, senza omologarsi, mantenendo le complessità che ci attraversano.
Ma per saperne di più vieni domenica 10novembre, saremo lì tutto il giorno e il programma è più o meno così:
13.00: il pranzovegan
15.00: presentazione del progetto, con tanto di presentazione del teaser e chiacchiere
17.00: la merenda con biscottini e sachertorte (sempre vegan)
17.00-18.00: l’angolo interviste (per chi vorrà 2 domandine veloci veloci!)
18.15: la riffa po(de)rosa, accorri per i ricchi premi e cotillon
19.15: live di NancyTungsten
Durante tutta l’iniziativa sarà aperto il bar e potrete accedere al free shop (prendi ciò che desideri, ma lascia ordinato!)
Ci vediamo a via Ostiense 137b, metro B Garbatella
𝓒𝓘𝓝𝓔𝓒𝓐𝓖𝓝𝓐 presenta: 𝐈 𝐒𝐀𝐖 𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐕 𝐆𝐋𝐎𝐖 di Jane Schoenbrun (100′, USA, 2024) Giovedi 17 ottobre – ore 20.30 🎃
Owen cerca di sopravvivere alla sua noiosa adolescenza di periferia, quando Maddy, una compagna di scuola, gli fa scoprire un misterioso programma TV – una visione di un mondo sovrannaturale che si nasconde in quello reale. Nel pallido bagliore della televisione, la realtà di Owen inizia a incrinarsi.
Un horror queer, magico e surreale, una lettera d’amore emozionante e terrificante sulla scoperta della propria identità.
‼️ non ci sarà la cena quindi venite già mangiat3 👻