Seconda tappa del contest di band autoprodotte!
Tappa del tour italiano di Diana Torres – Pornoterrorista
ore 16.00: workshop teorico sull’eiaculazione femminile
ore 20.00: cena vegan La Puttanesca
Pisciamo sui vostri palazzi perchè rifiutiamo la violenza delle vostre politiche.
Pisciamo sui vostri cattomoralismi che pervadono la politica e contro cui quotidianamente ci ritroviamo a lottare, per la libertà di scelta sui nostri corpi, per una prevenzione sessuale diffusa e per una distribuzione gratuita di contraccettivi e lubrificanti di qualità.
Pisciamo sulle vostre coscienze perchè vogliamo l’aborto libero e gratuito e vogliamo il libero accesso alla pillola del giorno dopo, senza ostacoli da parte di obiettori che si rifiutano di curare.
Pisciamo sul vostro piano della fertilità e sulla vostra concezione della donna che volete relegata ad un ruolo meramente riproduttivo e rinchiusa tra le mura di casa, a fare la madre e la moglie e ad occuparsi di quel lavoro di cura che il welfare non sostiene. Quelle stesse mura che fin troppo spesso racchiudono violenza. Rivendichiamo la scelta di essere madri come e quando lo vogliamo ma rivendichiamo anche la scelta di non procreare.
Pisciamo sul movimento per la vita e su tutt* coloro coloro che vogliono svuotare la legge 194 dall’interno, attraverso continui attacchi, tagli e ridimensionamenti dei consultori, costringendo le donne a ricorrere nuovamente alla clandestinità per interrompere gravidanze indesiderate. Condizione che riguarda soprattutto donne migranti, soggette maggiormente alle politiche securitarie di questo paese. Per noi è molto più che 194, malgrado i suoi limiti e le sue lacune.
Pisciamo sul comitato no194 che oggi scenderà in piazza a Milano sbandierando ridicole retoriche sulla centralità della famiglia patriarcale e sul ruolo centrale di una donna oggetto, solo atta alla riproduzione.
Pisciamo sull’ingerenza di stato e chiesa nelle scelte di vita e sessuali di gay, lesbiche, trans, intersex e favolosità varie. Pretendiamo la depatologizzazione della condizione trans e la riduzione delle liste di attesa e dei costi della perizia dei diversi servizi per la re-attribuzione del sesso.
Da un continente all’altro le lotte si uniscono in un unico rifiuto alle vostre politiche di protezione e vittimizzazione.
E lo facciamo pisciandoci su, come abbiamo fatto questa mattina davanti al ministero della salute.
I nostri corpi, favolosi e strabordanti di rivolta e desiderio, pisciano sui vostri palazzi.
Cagne Sciolte.
Giornata della terra
Giornata di solidarietà con chi lotta contro il colonialismo
Stamattina abbiamo voluto manifestare la nostra solidarietà attiva nei confronti di chi resiste in Palestina contro l’espansione coloniale sionista.
Conosciamo bene l’impianto propagandistico d’Israele volto a celare l’oppressione e le violenze dell’occupazione militare delle terre palestinesi e uno dei dispositivi ormai noti è quello del pinkwashing.
Da qualche tempo Israele è impegnato nella strumentalizzazione dei conseguimenti legislativi in campo dei diritti di gay, lesbiche e trans di nazionalità israeliana, per accreditarsi come unico modello democratico della regione e coprire la quotidiana oppressione coloniale agli occhi dell’opinione pubblica internazionale.
Il turismo lgbtiq in Israele è un vero e proprio business utilizzato col fine ben preciso di riabilitare la propria immagine in contrasto con la popolazione palestinese dipinta come barbara e primitiva attraverso la retorica islamofoba.
La comunità lgbti e i soggetti queer, che ogni giorno portano avanti percorsi di liberazione fuori dalla scena meainstream, sono ben consapevoli dei meccanismi propagandistici del governo israeliano e delle altre democrazie occidentali. Noi ci schieriamo a fianco delle comunità queer palestinesi che ogni giorno resistono contro l’occupazione; a loro e alla popolazione palestinese che vive nei campi profughi, nei villaggi e nella prigione a cielo aperto di Gaza sotto la minaccia militare va la nostra solidarietà.
Enjoy Stonewall
Smash the Apartheid wall
Boicottiamo il turismo in Israele
Queer contro il colonialismo
#freepalestine #LandDay #NOpinkwashing
Corsi di lingue per donne!
Ogni sabato alle 10 corso di italiano per donne
Ogni lunedì alle 19 conversazione in lingua inglese
Ogni martedì alle 15 corso di tedesco
Passa a trovarci se vuoi imparare e\o insegnare! siamo in via Ostiense 137b.
mail: corsi.linguesciolte@gmail.com
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dacă vrei să înveți sau să învețe alte limbi, vin și să vizitați!
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if you want to learn or teach other languages, join us!
si tu veux apprendre ou enseigner d’autres langues, viens chez nous!
ਤੁਹਾਨੂੰ ਹੋਰ ਭਾਸ਼ਾ ਸਿੱਖਣ ਜ ਸਿਖਾਉਣ ਲਈ ਚਾਹੁੰਦੇ ਹੋ
Domenica 6 aprile alle 17 ci vediamo in via ostiense 137 nell’occupazione delle Cagne Sciolte per fare una passeggiata collettiva nel quartiere. Vogliamo andare insieme dove non ci sentiamo libere di camminare, soprattutto di notte.
Attraverseremo i luoghi in cui si cerca di sperimentare un altro modo di vivere e quelli che invece vogliamo trasformare rendendoli accoglienti per tutte.
Abbiamo scelto il 6 aprile per ricordare l’eccidio delle 10 donne che nel 1944 furono rastrellate sul ponte di Ferro per aver utilizzato come forma di lotta la riappropriazione di pane e farina, carenti o totalmente assenti in periodo di guerra. Percorreremo quel ponte non solo ricordando, ma anche alimentando di quella forza la nostra resistenza quotidiana e collettiva contro nuove forme di oppressione: dalla violenza di genere alla repressione che ogni giorno chi è privato della propria libertà, subisce in prima persona.
Prima di concludere la passeggiata a Ponte di Ferro, passeremo a Piramide per ribadire la nostra solidarietà chi è costretto in strutture carcerarie e con chi subisce ogni giorno vecchie e nuove forme di oppressione e di violenza.
E violenza sui nostri corpi è anche l’obiezione di coscienza che limita la nostra libertà di scelta. Scelta di una gravidanza libera, consapevole e quando la vogliamo noi (o quando non la vogliamo!). Per questo durante la passeggiata sanzioneremo e segnaleremo uno di quei luoghi in cui profitto e morale cattolica impediscono la nostra autodeterminazione.
Per uscire da un clima di paura e isolamento è necessario rimettere al centro le relazioni di fiducia e il sostegno reciproco, perché una città vivibile riparte da una riappropriazione delle strade e da una socialità libera dalla diffidenza e dagli interessi egoistici.
Vi invitiamo a uscire di casa per venire insieme a noi oppure vi invitiamo ad aprire le finestre al nostro passaggio, perché chi agisce violenza conta sull’indifferenza e sul timore di chi lo circonda.
CI VEDIAMO DOMENICA 6 APRILE ALLE 17 IN VIA OSTIENSE 137 PER RIPRENDERCI LE PIAZZE E STRADE DEI NOSTRI QUARTIERI!
Riceviamo e pubblichiamo il racconto diretto di una compagna occupante in via delle Acacie 56, riguardo lo sgombero avvenuto la scorsa settimana e la durissima operazione repressiva nella quale sono coinvolte persone impegnate nella lotta per la casa.
Ognuna di noi, a modo proprio, si è sentita coinvolta da ciò che stava accadendo alle persone che occupavano gli stabili.
Sin dalle prime ore del mattino ci siamo ritrovate in tante a portare la nostra solidarietà, cercado di essere d’aiuto in un momento così difficile, per poi spostarci davanti la questura di Roma fino al rilascio di tutte e tutti coloro trattenute/i dalla polizia.
Vi lasciamo al racconto e ci vediamo il 29 marzo alle ore 10,30 nella giornata di solidarietà in via delle Acacie 56.
chi lotta non è sol@.
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Sono le 6.50, squilla il cellulare, la prima volta quasi non lo sento.
Risquilla una seconda volta, rispondo un pò preoccupata. Una voce amica mi dice che la Digos è nell’occupazione e ed è entrata in una decina di appartamenti per perquisirli. In pochi minuti decido di vestirmi, mando 2 o 3 messaggi a persone di cui mi fido, gli spiego la situazione.
Prendo coraggio ed esco dalla camera.
Capisco che non mi perquisiranno. Strano. Comunque non mi sento tranquilla.
La Digos, la polizia politica, non ha la divisa. Gira per i piani dell’occupazione sorridendo e facendo battute sul fatto che non ci sono gli ascensori. (Che non fa ridere) Continuano le perquisizioni, addirittura 7 agenti per casa o camera dipende da come la si intende. Dopo 2 ore e mezza circa, le perquisizioni sono finite. Si saprà più tardi che sono 41 le abitazioni perquisite.
Arriva la notizia che stanno sgomberando un’altra occupazione, la ex scuola Hertz ad Anagnina, e che anche all’Angelo Mai Altrove Occupato sono arrivati i blindati e vogliono sequestrare i locali. A via delle Acacie, dove siamo noi, nel quartiere di Centocelle di Roma, i blindati di polizia e carabinieri bloccano la strada.
Scendono uomini robocop con gli scudi e salgono sui piani (6) con gli anfibi pesanti, i caschi in testa e le armi. Non sanno bene cosa devono fare, aspettano gli ordini dei superiori per questo non rispondono alle domande che la gente spaventata, uscita dalle case, gli porge. Non lo sanno, eseguono degli ordini. Li guardo e mi prendo il mio tempo per fare le valige: siamo in pieno sgombero.
Io ho poche cose, metto tutto dentro delle borse. Sono fortunata a non avere tutto con me, c’è chi invece in quelle camere ha la sua vita, i suoi libri , gli indumenti, le stoviglie, i giochi dei bambini etc… La gente ha paura. Non sa cosa succederà ne dove andrà a finire. Molte persone non hanno le famiglie qui, sono quelli che non hanno i soldi, che hanno faticato ad avere i documenti, e lottato per avere una casa che oggi sembra non essere più loro. Io invece ho tante famiglie e amiche che mi accoglierebbero con amore e solidarietà, con voglia di condividere questo disagio indotto che è l’abitare.
Esco dal cancello dopo aver parlato con un pò di persone lungo la discesa di 6 piani. Bisogna rimanere uniti, basta uno sguardo per capirci. “Se colpiscono una colpiscono tutte”. Esco dalla palazzina, ho tre borse al collo e uno zaino. C’è tanta gente fuori a portare solidarietà, tante anche le guardie in borghese che non li fanno entrare: io li riconosco sono sempre gli stessi poi comunque anche se a volte cambiano li si riconosce facile. Vedo facce di fratelli e sorelle che mi abbracciano, prendono le mie cose e le mettono al sicuro. Mi sento anche io al sicuro e anche un po’ privilegiata, lo sono da bianca e italiana. Ho pure meno responsabilitá di chi ha figli e deve pensare anche a loro. I bambini comunque se la cavano super bene, sono pronti e rimangono gioiosi, alcuni vanno a scuola. Meglio così. Ma un bambino soffre più degli altri, grida da stamattina, durante la sera verrà trasportato all’ospedale Bambin Gesù in ambulanza.
Nelle occupazioni abitative ci abita chi ha bisogno. Ci sono bambini, ma anche persone anziane e malate e nessuno ha pensato che durante una giornata fuori casa al freddo potessero aver bisogno di cure, non hanno pensato allo shock o stress nel momento dello sgombero. É un operazione militare quella che abbiamo subito: questo è uno sgombero, solo questo. Intanto si capiscono i motivi delle perquisizioni. Sono accuse pensanti ai danni di militanti che da anni lottano per la casa e una vita degna per loro e per le altre persone.
Accuse pesanti e l’apertura di un indagine da parte della magistratura. Alcune delle persone indagate vengono portate in questura. Sono persone che conosco bene, di cui mi fido: so che sono innocenti oppure colpevoli di fare giustizia sociale e dal basso, so che stanno soffrendo e so che l’attacco è tutto politico. Decido insieme ad altre di non lasciarle sole e dopo un momento di smarrimento mi dirigo a Via Genova sotto la Questura di Roma.
Alla repressione non ci si abitua. Ti senti addosso qualcosa che ti vuole svilire, annientare : ad un tratto senti che non ce la farai, che questa lotta è troppo impari. In quel momento si accende la rabbia e la consapevolezza che la lotta è dura e può avere battute di arresto. Mi fermo un attimo, cerco la lucidità. Chiamo le mie sorelle. Affronteremo insieme questa faccenda, ognuna con le proprie capacità ma unite, dove l’unione non è uno slogan ma la capacità di fiancheggiarsi, di proteggersi e di non farsi infilzare dal potere.
Una nostra compagna è trattenuta lì e noi aspetteremo che venga rilasciata. Una volante di guardie ci piantona, un pò rosicano perchè in fondo noi ci divertiamo nelle lunghe 10 ore sotto la questura. Produciamo più o meno una decina di cori, tra cui uno sul karaoke come minaccia per i questurini. Scriviamo alle nostre compagne e le aggiorniamo, interroghiamo i vigili del fuoco, che sono proprio li davanti la questura, sul perchè sono parte attiva negli sgomberi. Questi alla fine ci porteranno dei caffè ma non cederanno sulle coperte termiche. Fa freddo e noi abbiamo solo le felpe. Stiamo rimanendo solo noi, per questo decidiamo di farlo presente a più riprese alle guardie davanti al portone che intanto avranno fatto almeno due o tre cambi. Tocca solo resistere.
Finalmente esce la nostra sorella, stanca e affamata, lei ha sempre fame ma è così nervosa che non si mangia neanche la pizzetta che le avevamo comprato e che ormai è fredda. Salgo in macchina, torniamo all’occupazione, è notte e alcune persone mangiano cibo che arriva da altre parti. Passano amiche e amici di zona, compagni e compagne.
Alcuni occupanti sono su materassi e coperte a terra sul marciapiede di via delle Acacie. Le persone sono rimaste li, senza disperdersi chissà dove: rivogliono la loro casa. Tra questa gente la povertà è diventata lotta: le case sono state occupate e poi trasformate e migliorate in un progetto virtuoso che si chiama autocostruzione. Durante la notte il Comune di Roma decide di dissequestrare temporaneamente gli immobili abitativi, o meglio decide di far rientrare le persone a cui aveva tolto un tetto.
Si rientra con la gioia e la fatica di una lotta che continua ogni giorno. Perchè, come mi dice chi mi è vicina, la lotta sulle nostre vite e sulla libertà non ha orario. Non è un turno di guardia, non ci pagano per questo. Non potrebbero, la dignitá non ha un prezzo.
I nostri corpi fanno calore, e chi li tocca si brucia.
L’ O.N.L.U.S. “Una stanza tutta per sé” nasce da un gruppo di donne nato 8 anni fa nell’Università di Roma3 e trasferitosi da pochi giorni in via Ostiense 137/b.
Le nostre attività hanno sempre avuto come fine l’autodeterminazione delle donne; il costruire insieme le condizioni per cui ognuna possa sentirsi libera di realizzare i propri desideri.
La società attraverso i mass media ci classifica utilizzando stereotipi (ad esempio lo stigma di santa e di puttana) che ci condizionano nel pensare e nell’agire.
Le costrizioni di una società ingiusta sono subite da tutti e tutte, ma nel caso delle donne hanno una loro specificità. Siamo esposte a violenza perché siamo percepite come oggetti sessuali, come sesso debole (dolci e silenziose), come coloro che si sacrificano per la famiglia e/o sul posto di lavoro, come corpi da violare.
La violenza di genere è un fenomeno purtroppo diffusissimo (secondo gli ultimi dati Istat 4 donne su 5 l’hanno subita nella propria vita) soprattutto all’interno delle mura domestiche; nasce dal desiderio di sopraffazione dell’uomo sulla donna e oltre che fisica e psicologica può essere costituita anche dal ricatto economico.
Collettivamente abbiamo seguito un corso di formazione per operatrici di centri anti-violenza. Il nostro sportello anti-violenza nell’ XI Municipio ha l’obiettivo di:
Vogliamo creare uno spazio che metta al centro l’autodeterminazione, l’autonomia e la consapevolezza così come la sorellanza e la solidarietà, per permettere alle donne di riappropriarsi della propria vita e di partecipare alla lotta contro il patriarcato: il responsabile di tutte le violenze che subiamo in quanto “donne”. Non ci accontentiamo di agire sulle conseguenze.
Crediamo nell’autorganizzazione come strumento per cambiare radicalmente il contesto in cui viviamo e i rapporti di potere che lo determinano.
Per fare tutto questo chiediamo un contributo a chiunque voglia sostenere il nostro progetto e la lotta contro la violenza sulle donne, che sia un apporto di idee, politico, pratico o economico.
ORARIO SPORTELLO
Ogni venerdì dalle 15 alle 19 in via Ostiense 137/b
Colloqui di ascolto
Accoglienza
Consulenza legale
Per info e appuntamenti:
389 9808055 (segreteria telefonica h24)
INFO PER ARRIVARE IN VIA OSTIENSE 137/b
Mentro B Garbatella / Bus 23/271/770/ 769
Con questo striscione abbiamo voluto ribadire il nostro rifiuto e il nostro odio nei confronti del movimento per la vita, che fino a domani si riunirà nell’assemblea annuale presso “Casa la Salle” sull’Aurelia.
Sono numerose le violenze a cui sono costrette le donne che decidono di abortire, a partire dall’esistenza di medici obiettori e la presenza negli ospedali del movimento per la vita.
Questi individui, armati di santini e rosari, si aggirano liberamente tra le corsie degli ospedali PUBBLICI e LAICI e dei reparti I.V.G. dove perseguitano le donne che scelgono di abortire, o condannandole e giudicandole, oppure illudendole – in un chiaro momento di dolore e fragilità – di poterle aiutare, talvolta promettendo aiuti economici.
Già l’anno scorso, il 12 maggio, nell’anniversario dell’uccisione di Giorgiana Masi, eravamo in corteo per ricordare la nostra compagna assassinata dallo stato e per ricacciare nelle chiese i manifestanti prezzolati del movimento per la vita.
Pochi giorni fa alcune compagne e sorelle hanno cementato un cesso di fronte all’ingresso dell’Ospedale Pertini perché se una donna viene costretta ad abortire in bagno, allora vuol dire che quell’ospedale fa cacare!
Quotidianamente la nostra libertà di scelta viene attaccata in nome dell’obiezione di coscienza: e i medici che obiettano poi solitamente fanno aborti in privato.
La difficoltà di abortire o di accedere alla Ru486, di ottenere la ricetta e la pillola del giorno dopo – FARMACO ANTICONCEZIONALE D’EMERGENZA E QUINDI NON ABORTIVO!-, ci porta a combattere contro il movimento per la vita e gli obiettori di coscienza.
Difficoltà che si moltiplicano in modo esponenziale in caso di donne migranti senza documenti in regola, costrette ad assumere metodi alternativi e a volte letali.
Con il nostro striscione vi abbiamo ricordato quanto la vostra esistenza non sia gradita e quanto la vostra presenza negli ospedali verrà combattuta.
Vi cercheremo ovunque e vi staneremo!
La nostra libertà di scelta non si obietta.
Fuori i preti dalle mutande.
Ma quale movimento per la vita, siete solo muffa per la fica. [cit.]
Cagne Sciolte