Sabato 13 maggio 2023 – ore 16 – Presidio separato femminista e transfemminista PER GIORGIANA, PER NOI

13 MAGGIO ORE 16:00
Piazza G. Belli (Trastevere)
Presidio separato femminista e transfemminista
PER GIORGIANA, PER NOI.

Giorgiana Masi venne uccisa a Roma sul Ponte Garibaldi, colpita da un proiettile sparato alle spalle dalle forze dell’ordine, il 12 maggio del 1977 nell’anniversario della vittoria del referendum sul divorzio.
L’allora ministro dell’interno Cossiga aveva vietato la manifestazione, sostenendo che i gruppi extraparlamentari stessero fomentando una situazione che avrebbe messo a rischio lo Stato e l’ordine pubblico, ma il movimento ha rotto il divieto riversandosi in massa nelle vie della capitale.
Giorgiana, diciannovenne, studente del Liceo Scientifico Luis Pasteur, era tra le manifestanti rimaste fino all’ultimo in piazza.
All’epoca – seconda metà degli anni ’70 – la partecipazione politica, la voglia di cambiamento di studenti, operai/e e femministe aveva pervaso ogni ambito della società.
La lotta di classe, le mobilitazioni di autodifesa contro governo e provocazioni fasciste si facevano spazio nonostante la repressione di Stato che provava ad arrestare “per decreto”ogni forma di conflitto .
Da quel 12 maggio 1977 ogni anno le compagne sono scese in strada per ricordare Giorgiana e la violenza patriarcale e repressiva dello Stato che l’ha uccisa.

Quest’anno ci incontreremo in piazza Gioachino Belli, il 13 maggio alle ore 16, per un appuntamento di lotta femminista e transfemminista con parole d’ordine antiautoritarie, antimilitariste, antirazziste e anticapitaliste per noi irrinunciabili.

Continuiamo ad essere in guerra: a quelle armate dallo Stato in tutto il mondo corrisponde una guerra interna che colpisce le persone oppresse e chiunque scelga di lottare.
Il militarismo e il nazionalismo marciano in sincrono e la guerra rende ancora più evidente – se mai ce ne fosse bisogno – l’incapacità, intrinseca alla cultura capitalista e patriarcale, di guardare in faccia l’altrx senza sottometterlx e sfruttarlx.
Lo stesso Stato responsabile delle stragi in mare delle persone migranti, complice della violenza capitalista che devasta e saccheggia il pianeta, si serve strumentalmente della costruzione di nemici pubblici per scaricare le responsabilità politiche del proprio agire e spezzare la complicità tra oppressx e sfruttatx, nel tentativo di mettere lx unx contro lx altrx.

Viviamo un tempo in cui la cultura reazionaria e autoritaria si mostra in tutta la sua ferocia, rivendicando il potere di disporre dei nostri corpi e attaccando frontalmente la nostra libertà di autodeterminazione: cercano di impedirci di abortire, ci trasformano in imputate nei processi per le violenze che abbiamo subito, riaffermano con forza paradigmi eteronormativi e binari, militarizzano i nostri quartieri in nome del decoro e del contrasto alla criminalità quando il vero obiettivo è criminalizzare chi è oppressx, costringerci a rimanere chiusx in casa.
Eppure la casa e la famiglia sono spesso gli spazi in cui ci sentiamo meno al sicuro, dove la violenza patriarcale si manifesta in modo ancora più feroce e pervasivo.
Questo Giorgiana lo sapeva bene: lottare per il divorzio è stato il primo passo per liberarci da un contesto di relazioni che impone ruoli, generi e genitorialità definite.

Ieri come oggi vogliamo riprenderci la vita, rivendichiamo l’autodifesa e l’autorganizzazione, continuiamo a costruire memoria collettiva e a riattualizzarla perché ci parla sempre.
Vogliamo riprenderci tutto e non sarà la repressione a fermarci.

 

 

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