Non è un parere. Non è una moda. Che la rabbia trans esploda

Riceviamo e diffondiamo con rabbia e con amore:

Le persone trans esistono. Stacce
Noi esistiamo. Conduciamo vite “normali”, queer, frocie, lesbiche, nella norma, fuori norma: siamo attorno a voi, e non sempre ve ne accorgete. Qualcun di noi è pure sbirro- e l’odiamo uguale: non perché trans ma perché sbirro.
I nostri corpi non sono un fenomeno da baraccone da compatire o da difendere.
I nostri corpi sono diversi tra loro: binari e non binari, medicalizzati e non, corrispondenti o meno ai nostri desideri e alle vostre aspettative.

L’identità di genere esiste. Stacce
Noi siamo sempre esistit.
Prima delle diagnosi, prima delle ideologie, prima di Vanity Fair e di D di Repubblica.
La nostra lotta si affianca a quella delle donne cis, perché riconosciamo che l’origine delle nostre oppressioni è la stessa: il cis etero patriarcato. (terf rileggetevi Monique Wittig)
L’identità di genere è la realtà delle nostre esperienze – non una categoria astratta.
Le nostre identità sono più dei percorsi patologicizzanti, più della vostra validazione. Le nostre identità non sono il profitto delle case farmaceutiche: vogliamo ormoni gratuiti e piena autodeterminazione per ognun.

Chi ci pensa ai bambini? Noi. Stacce
Noi siamo stat bambin trans. Senza essere nominat, senza punti di riferimento, senza fiabe, senza rappresentazioni.
E l’educazione sessuale e affettiva l’abbiamo ricevuta: era quella cis etero normata, che c’ha fatto sentire sbagliat, in colpa, isolat.
E voi, ancora, siete complici di questa retorica che bullizza, punisce, corregge.
Voi avete paura, voi volete mantenere lo status quo.
Noi, invece, vogliamo che bambin e adolescent trans si sentano liber e sicur di esplorare la loro identità oltre i confini del binarismo di genere, di attraversare gli spazi, di essere felici.

@guerrilla_transpoetica

Roma, sede editoriale La Repubblica

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