Chi è Higui? Siamo tutte noi! Per la libertà di autodifesa dalla violenza del genere

Higui è una compagna lesbica argentina che dall’ottobre 2016 si trova in carcere. La sua colpa secondo la giustizia? Quella di aver ucciso uno dei dieci uomini che – dopo una serie infinita di molestie e aggressioni – un giorno dell’ottobre scorso hanno deciso di aggredirla in strada, molestarla, picchiarla e minacciare di stuprarla per “farla diventare una vera donna”.
Higui si è difesa e uno dei dieci pezzi di merda ci è rimasto secco. È morto. E non ci dispiace. Ci dispiace – in realtà ci fa proprio infuriare – che da quel giorno di ottobre Higui sia chiusa dietro le sbarre di una prigione, privata della sua libertà per essersi difesa da uno stupro di gruppo. Uno di quegli “stupri correttivi” che da sempre gli uomini cisgender usano per riportare sulla “giusta via” chiunque osi divergere dall’eteronorma: donne non abbastanza sottomesse al volere patriarcale, lesbiche da raddrizzare con una bella penetrazione forzata, froci, ovvero uomini non abbastanza virili e selvatici, trans, ovvero persone che scelgono di “tradire” il proprio genere di appartenenza e sfidare il binarismo imposto o intersex, ovvero persone da mutilare chirurgicamente per ricondurle ad uno dei due unici generi socialmente accettati. Ci fa infuriare che questi 9 stronzi rimasti in vita se ne vadano in giro a minacciare la famiglia di Higui e farsi vanto delle proprie gesta.

La solidarietà che vogliamo esprimere a Higui e alle sue compagne di lotta – che da mesi portano avanti una mobilitazione per la sua liberazione che vedrà nella tappa dell’8 marzo un momento di piena espressione della loro rabbia – nasce dal fatto che non vediamo in questo episodio un fatto isolato, lontano da noi. Deriva dal fatto che crediamo nell’autodifesa come pratica di liberazione e di empoderamiento individuale e collettivo, nella sorellanza e nella complicità tra soggetti oppressi come la nostra principale arma per trasformare la rabbia in potenza di liberazione dall’oppressione.

Ogni giorno, le donne vengono uccise e oppresse da uomini che dicono di amarle, ogni giorno soggetti eccedenti rispetto alla norma etero patriarcale vengono forzatamente e inutilmente ricondotti all’ordine eteronormativo che opprime e soffoca le nostre vite.
Chi decide di denunciare le violenze si trova a dover affrontare gli sguardi di scherno, le violenze e la ridicolizzazione delle proprie esperienze da parte delle forze dell’ordine. Le donne che denunciano gli stupri, vengono sottoposte ad una violenza ulteriore nelle aule di tribunale, ad una minuziosa messa in scena della giustizia che preferisce dimostrare quanto la sopravvissuta sia colpevole e causa della violenza subita alla luce delle sue abitudini sessuali, di come si veste, di come ha inteso provocare il suo aggressore facendosi credere consenziente e disponibile (in tal senso la vicenda dello stupro dell’Aquila è assolutamente esemplare seppur in alcun modo isolata, https://ciriguardatutte.noblogs.org/).

L’8 marzo saremo in piazza per lo sciopero globale delle donne (di genere e dai generi), convocato dalla piattaforma Non Una di Meno (https://nonunadimeno.wordpress.com/). Saremo in piazza con tant* altr* contro la violenza di genere e del genere che ci opprime e che vorrebbe ricondurci al ruolo che il sistema eteronormato ha elaborato per noi. Uno sciopero globale che ci permette di connetterci con le lotte che tante altre insieme a noi stanno portando avanti in tutto il mondo. In quelle piazze, le nostre grida e la nostra rabbia saranno anche per Higui e per le sue compagne di lotta.

La rabbia è la nostra forza, la solidarietà e l’autodifesa le nostre armi
Higui libera, tutte libere

#NiUnaMenos#VivasNosQueremos#NonUnadiMeno#LottoMarzo

CagneSciolte

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