JIN JIYAN AZADÎ Comunicato della delegazione internazionale di donne in Rojava per il 25 novembre

COMUNICATO DELLA DELEGAZIONE INTERNAZIONALE DI DONNE IN ROJAVA PER IL 25 NOVEMBRE 2014

Siamo appena tornate dal Rojava, la regione liberata del Kurdistan nel nord della Siria, e vogliamo innanzitutto dirvi CHE LE DONNE E GLI UOMINI HANNO FATTO E STANNO FACENDO LA RIVOLUZIONE FEMMINISTA. Le donne hanno assunto un ruolo centrale nella costruzione della nuova società democratica radicale, che è basata sulla liberazione delle donne e sulla costruzione di nuovi soggetti liberi.

Questa rivoluzione sta realizzando nella pratica un’elaborazione teorica molto avanzata di MESSA IN DISCUSSIONE IN MODO PROFONDO TUTTE LE FORME DI OPPRESSIONE DI GENERE, CLASSE, PROVENIENZA CULTURALE ED ETNICA, in collegamento con un’analisi radicale degli ultimi 5000 anni di civiltà e di storia delle donne e con una prospettiva di autorganizzazione contro gli interessi del potere colonialista, imperialista e guerrafondaio.

La delegazione di donne è nata per iniziativa dal movimento delle donne kurde in Europa, in collaborazione con il movimento femminista autorganizzato. In 7 donne, femministe e lesbiche, da Italia, Germania, Austria e Francia, di età compresa tra i 25 ed i 75 anni, siamo andate in Kurdistan irakeno e in Rojava, dal 22 al 29 novembre.

Mentre in Europa le donne sono scese in piazza in molte città per il 25 NOVEMBRE – GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE – abbiamo voluto PORTARE LA NOSTRA SOLIDARIETÀ CONCRETA ALLA RIVOLUZIONE DELLE DONNE in Rojava e alla resistenza di Kobane.
Abbiamo anche portato i messaggi di solidarietà al movimento delle donne in Rojava da parte di 12 organizzazioni di donne e gruppi femministi.

La delegazione di donne è stata bloccata per due giorni al confine da parte del governo regionale kurdo nel nord dell’Iraq.

In Rojava il movimento delle donne ha organizzato per il 24 novembre un congresso in cui hanno partecipato circa 300 donne e IL 25 NOVEMBRE CI SONO STATE MANIFESTAZIONI DI DONNE IN TUTTE LE CITTÀ DEI TRE CANTONI.
Il nostro scopo, come delegazione di donne, è stato quello di incontrare le donne e conoscere le strutture delle organizzazioni delle donne e capire le loro analisi, richieste e prospettive.

Siamo andate in Rojava con la consapevolezza che NELLE GUERRE IN MEDIO ORIENTE E CONTRO LA LIBERTÀ DEL MOVIMENTO KURDO sono coinvolti gli
INTERESSI DEL POTERE POLITICO ED ECONOMICO DELL’UE, che traggono
VANTAGGI DALLA GUERRA, DALL’ESPORTAZIONE DI ARMI E DALLO SFRUTTAMENTO DEL PETROLIO. Siamo andate sapendo che NEI MASS-MEDIA EUROPEI LE DONNE KURDE COMBATTENTI NELLA RESISTENZA ARMATA SONO FATTO OGGETTO DELLO SGUARDO SESSISTA, piuttosto che come soggetti in lotta per la democrazia radicale, basata sulla liberazione delle donne.

LA RESISTENZA DELLE DONNE È UNA LOTTA PER LA LIBERTÀ DELLE DONNE
KURDE, ARABE, SIRIANE E DI TUTTE LE DONNE DEL MONDO. È una lotta per la dignità e l’umanità.

Le donne COMBATTONO AL FRONTE, come forza armata indipendente, contro Daesh/Is, e COMBATTONO CONTRO IL SISTEMA PATRIARCALE all’interno delle strutture tradizionali delle società kurda, yazida e siriana, così come nelle strutture patriarcali moderne che esistono in Siria e in Europa. La loro resistenza sfida radicalmente e profondamente il razzismo e l’eurocentrismo.

Grazie all’impegno di una di noi, partecipante alla delegazione come avvocata per i diritti delle donne e per i diritti umani, a Erbil/Hawler, capitale del governo regionale autonomo del Kurdistan nel nord dell’Iraq, abbiamo incontrato un rappresentante della comunità
yazida e una donna yazida fuggita dalla prigionia del Daesh/Is. Dalle prime indagini risulta che SONO SCOMPARSE TRA LE 2 E LE 7 MILA DONNE E RAGAZZE YAZIDA, MENTRE 305 DONNE SONO RIUSCITE A FUGGIRE DALLA PRIGIONIA
DI DAESH/IS E DALLA SCHIAVITÙ SESSUALE. La loro liberazione e la loro fuga sono parte della resistenza nella regione.

Il primo giorno in Rojava abbiamo visitato il campo rifugiati Newroz, in cui vivono 5-6 mila yazidi. Il campo ha una struttura autorganizzata, ma mancano alcuni beni di prima necessità, per esempio stufe per le tende, visto che l’inverno sta arrivando, e macchine da cucire per aggiustare i vestiti. Molti generi di soccorso e soldi promessi dall’Europa e
dall’Onu non sono mai arrivati al campo.

Negli altri quattro giorni, in collaborazione con una rappresentante del movimento delle donne, ABBIAMO VISITATO VARIE STRUTTURE DEL MOVIMENTO DELLE DONNE. Tutte le donne che abbiamo incontrato si definiscono femministe. Abbiamo incontrato le rappresentanti di Yakadiya Star, le lavoratrici di una cooperativa tessile di donne, le compagne di una delle Case delle donne NPZJ (Navenda Perwerde û Zaniksta Jin), che sono state costruite in ogni distretto, l’organizzazione delle donne Sara contro la violenza maschile sulle donne, le rappresentanti dell’Accademia delle donne Star e dell’Accademia di giurisprudenza per la democrazia e la libertà, le donne della prima università in lingua kurda, una unità di Asayisa Jiné (le forze di sicurezza di donne nella società) e una unità delle YPJ (Unità di protezione delle donne).
Tutte le rappresentanti, attiviste e combattenti non prendono soldi per il loro lavoro e ricevono ciò di cui hanno bisogno dalle strutture collettive.

Abbiamo visto la DECOSTRUZIONE DEI RUOLI DI GENERE e la COSTRUZIONE
DELLA NUOVA SOCIETÀ FEMMINISTA, con le sue ripercussioni nelle case, nelle relazioni, nel modo di reagire alle violenze, negli atteggiamenti degli uomini, nell’assunzione cosciente dei ruoli di potere affinché non diventino di prevaricazione, nelle strutture organizzative sociali che permettono di prendere coscienza, studiare, riconoscere, reagire,
inventare…

Siamo state ospiti delle famiglie e abbiamo vissuto con loro la vita quotidiana, comunicando con gesti e risate, parlando del lavoro quotidiano, dei cambiamenti nella vita quotidiana delle donne e delle storie di carcere e di resistenza.

Siamo molto impressionate e commosse dagli incontri e RINGRAZIAMO TUTTE
LE COMPAGNE CHE ABBIAMO INCONTRATO PER IL LORO IMPEGNO E OSPITALITÀ.

LA RIVOLUZIONE DELLE DONNE È POSSIBILE.

Il movimento delle donne in Europa si deve impegnare nella solidarietà con il Rojava e per sviluppare la lotta comune per la rivoluzione sociale basata sulla liberazione delle donne.

LE DONNE IN ROJAVA STANNO FACENDO LA LORO PARTE, ADESSO TOCCA A NOI.

JIN JIYAN AZADÎ (LE DONNE VIVONO IN LIBERTÀ)

Posted in General | Tagged , , , , , | Comments Off on JIN JIYAN AZADÎ Comunicato della delegazione internazionale di donne in Rojava per il 25 novembre

Le mobilitazioni delle donne fanno riaprire il reparto IVG al policlinico Umberto I di Roma

Il 17 novembre 2014 le attività del Repartino del Policlinico Umberto I – reparto per l’interruzione volontaria di gravidanza – sono state sospese in seguito al pensionamento dell’ultimo medico non obiettore. Il fatto che l’ospedale più grande di Italia non abbia saputo né voluto agire tempestivamente per garantire la continuità del servizio mediante l’assunzione di nuovi medici non obiettori è un fatto gravissimo e scandaloso.LIBERE

Per questo il 25 novembre siamo scese in corteo per i viali del Policlinico, per rivendicare l’applicazione e il rispetto della legge 194, la stessa legge per cui, ormai più di 35 anni fa, collettivi di donne insieme a lavoratori e lavoratrici del Policlinico Umberto I, occuparono il Repartino, dando finalmente casa all’esercizio di un diritto.

Dopo una lunga e determinata serie di sollecitazioni e pressioni, possiamo finalmente comunicare che il dirigente di Ginecologia e Ostetricia, Perinatologia e Puericultura, Pierluigi Benedetti Panici, ha annunciato, a partire dal 4 dicembre 2014, la riattivazione del servizio IVG con due medici interni al Policlinico. Sarà dunque nuovamente possibile prenotarsi per eventuali interventi.

Comunichiamo inoltre che è stato pubblicato l’annuncio di due assunzioni per il Repartino con contratto Co.Co.Co per medici specialisti in Ginecologia e Ostetricia le cui domande devono essere presentate entro il 15 dicembre 2014.com

Continueremo a seguire e monitorare l’evolversi della situazione per assicurare che sia data una risposta concreta alle richieste espressamente fatte di assunzione stabile di almeno due medici non obiettori al fine di garantire il funzionamento del servizio nel rispetto della legge 194. La salute delle donne deve essere tutelata in tutte le sue forme, dal diritto ad abortire nel rispetto della salute fisica e psicologica, al diritto a una maternità consapevole e garantita nelle migliori condizioni socio-sanitarie, al diritto alla contraccezione e alla prevenzione. Il diritto alla salute deve fondarsi infatti sul rispetto di tutte le soggettività garantendo la libertà di scelta!

Posted in General | Tagged , , , , , , | Comments Off on Le mobilitazioni delle donne fanno riaprire il reparto IVG al policlinico Umberto I di Roma

25 nov Contro la chiusura del Repartino di ginecologia del Policlinico

Nel corso della mattina della giornata di oggi, 25 Novembre – Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne – un gruppo di donne, tra cui utenti e lavoratrici del Policlinico Umberto Primo, hanno portato all’interno delle mura dell’ospedale la loro indignazione.

Abbiamo infatti appreso che da qualche settimana le attività del Repartino per l’Interruzione Volontaria di Gravidanza sono cessate; è bastato il pensionamento dell’unico medico non obiettore perché uno dei servizi storici dell’ospedale pubblico romano chiudesse i battenti. Al momento, dunque, il Policlinico si vanta del 100% di medici obiettori: una vergognosa totalità.io decido 25 nov

Siamo convinte che questo sia solo uno dei tanti modi con cui si manifesta la violenza sulle donne: annullando la libertà di scelta, cancellando i diritti sanciti dalla Legge 194, precarizzando le vite attraverso le disparità salariali, la chiusura dei servizi e l’assenza di adeguate forme di welfare.

Sui corpi e sulle vite delle donne NON SI SCHERZA. Per questo oggi abbiamo deciso di attraversare le vie interne del Policlinico con un corteo determinato che ha raggiunto la direzione dell’ospedale. Il “caso” ha però voluto che il direttore fosse appena uscito per raggiungere la sede della Regione Lazio. L’incontro è stato quindi rimandato alle 15.30 di oggi nella consapevolezza che, se non ci sarà un’immediata presa di posizione con la conseguente RIAPERTURA del Repartino, torneremo a far visita alla direzione del Policlinico fino a quando non sarà ripristinato il servizio.

Basta giocare sulla 194, basta anteporre gli interessi degli obiettori di coscienza alla libertà di scelta e alla salute delle donne. La riapertura e la riappropriazione del Repartino rappresentano solo l’inizio di un percorso che reclama con forza i diritti sanciti dalla Legge 194 in tutti gli ospedali pubblici, senza più sveglie all’alba, file clamorose e assenza totale di sostegno emotivo per le donne che decidono di praticare l’interruzione volontaria di gravidanza.

Contro la violenza che quotidianamente investe le vite delle donne: #IoDecido sul mio corpo.

Stay tuned

Rete IoDecido – Roma

Posted in General | Comments Off on 25 nov Contro la chiusura del Repartino di ginecologia del Policlinico

Le strade libere le fanno le donne che le attraversano!

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, passeggiata collettiva tra le strade di torpignattara e il pigneto, contro violenza di genere, sessismo e omofobia.

Contro violenza e degrado fascista costruiamo

solidarietà e autorganizzazione.

Il 25 novembre ricorre la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, proclamata in seguito alla tortura e all’uccisione nel 1960 delle sorelle Mirabal da parte del regime di Trujillo, nella Repubblica Dominicana, donne impegnate nella lotta di liberazione del loro paese.

strade libere

Proprio a Roma nel 1976 nasce la prima passeggiata contro la violenza, 20.000 donne invadono le strade al grido di Riprendiamoci la notte, a pochi mesi dal processo per il massacro del Circeo.
Questo bisogno ancora oggi è terribilmente attuale ed è per questo che il 25 novembre vogliamo invitarvi a riprenderci insieme le vie del Pigneto.

La violenza maschile è la prima causa di morte delle donne in Italia come nel resto del mondo, non ha classe né passaporto e nella maggior parte dei casi nasce tra le mura domestiche.
Non intendiamo solo ricordare e celebrare una data, scendiamo in strada per ribadire che la nostra libertà di vivere la città non è data dalle misure di controllo, dalle telecamere, dalla militarizzazione, dalla detenzione né dall’emarginazione, ma dalla nostra autodeterminazione dentro e fuori casa e dalla solidarietà e sorellanza tra donne, dalla potenza delle nostre rivendicazioni e dalla complicità e unione delle nostre lotte.
Abbiamo scelto il Pigneto perché è un quartiere in cui molte di noi escono, vivono e lavorano, sempre più spesso percorriamo le sue strade con gli occhi bassi, di fretta, e se possiamo non da sole.
Vogliamo rispondere alla violenza e alle paure riprendendoci le strade e invitando tutte a non rimanere indifferenti, a stare attente le une alle altre, a non legittimare omertà, atteggiamenti e atti sessisti, omofobi, lesbofobici, transfobici e razzisti.

Una passeggiata di rivendicazioni collettive, rumorosa, sonora. Illuminiamo le strade, facciamole risuonare di musica, risate, colori, desideri.
Ci vediamo il 25 Novembre alle 18.30 davanti alla scuola Pisacane (via dell’Acqua Bullicante, 30) per arrivare fino all’isola pedonale del Pigneto.

Dentro e fuori le case, contrastiamo la violenza tutte insieme!

Posted in General | Comments Off on Le strade libere le fanno le donne che le attraversano!

25.11 Liberiamo le strade da violenza e degrado fascista. Costruiamo solidarietà e autorganizzazione!

DEGRADO copia

Posted in General | Comments Off on 25.11 Liberiamo le strade da violenza e degrado fascista. Costruiamo solidarietà e autorganizzazione!

29/11 @CagneSciolte Festa CyberPunk per persone degeneri

trans cyper party COL

Posted in General | Comments Off on 29/11 @CagneSciolte Festa CyberPunk per persone degeneri

No al pinkwashing. Fuori l’apartheid israeliana dal Florence Queer Festival

Fonte: BDS italia

Dal 21 novembre a Firenze avrà luogo il ‘Florence Queer Festival’ che ospiterà una retrospettiva di cinema israeliano a tematica gay.

Da anni ormai, uno degli strumenti di propaganda dello stato israeliano consiste nel vendersi come uno stato moderno, democratico e tollerante verso i gay, rafforzando la retorica che definisce ‘barbare e retrograde’ le popolazioni confinanti, senza mai nominare il colonialismo sionista, l’occupazione militare e il sistema d’Apartheid che opprime la popolazione palestinese.

bds

Questo tipo di operazione denominata ‘Pinkwashing’ (lavaggio rosa) è profumatamente finanziata dagli organi governativi israeliani e attraverso la produzione culturale, artistica, cinematografica, ma anche attraverso la promozione turistica indirizzata verso i soggetti lgbtiq, tenta di coprire e normalizzare la quotidiana brutalità dell’occupazione sionista delle terre palestinesi, proponendo un’immagine positiva di Israele attraverso il sistema di diritti, basati sul privilegio, dei gay israeliani.

In quanto soggetti lgbtiq non ci stiamo ad essere usati strumentalmente per questo tipo di operazioni. La libertà di esistere, di scegliere, di amare, per cui lottiamo ogni giorno non può essere una cosa che riguarda solo noi stessi/e/x e chi ci è intorno e non può servire a coprire i soprusi e le violenze quotidiane dello stato israeliano ai danni dei/delle palestinesi.

Al ‘Florence Queer Festival’ il regista israeliano Eytan Fox parteciperà alla proiezione di una rassegna dei suoi film, tra cui “Yossi & Jagger”, che racconta la relazione tra due soldati israeliani. La propaganda, vòlta ad umanizzare l’esercito israeliano, pubblicizza la presenza di gay e lesbiche nell’esercito utilizzando la retorica delle guerre per esportare democrazia e diritti, coprendo così i massacri e l’abominio coloniale.

A San Francisco ed Amsterdam dei gruppi queer hanno già scelto da che parte stare, boicottando i film di Eytan Fox in solidarietà con la popolazione palestinese.

Crediamo che non esista alcuna liberazione per i soggetti lgbtiq attraverso l’oppressione di altri individui. Nessun individuo che tenda alla liberazione della propria esistenza, dei propri desideri, del proprio corpo, può ottenerla attraverso l’oppressione di altre esistenze, altri desideri, altri corpi.

Il regista Fox, parlando ai giornali dei sui film come “Yossi & Jagger”, “Walk on Water” e “The Bubble”, dichiara che lo Stato ha sempre supportato i suoi lavori sin dagli anni ’90 così come testimoniano le partnership del consolato israeliano in alcune rassegne internazionali di cinema.

Rifiutiamo le retoriche pacificatorie e normalizzanti che impongono una visione ‘equidistante’ tra le forze d’occupazione e la popolazione palestinese assediata.

Noi siamo e saremo sempre a fianco dei queer palestinesi che ogni giorno resistono contro l’occupazione militare e l’Apartheid; a loro e alla popolazione palestinese che vive nei campi profughi, nei villaggi e nella prigione a cielo aperto di Gaza va la nostra solidarietà.

Chiediamo a Eytan Fox, che si presenta come progressista, di schierarsi a favore dei diritti dei palestinesi come indicati nell’appello palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele e di rifiutare ogni sostegno delle istituzioni israeliane.

Finché non lo farà, invitiamo ARCILESBICA, GENDER BENDER, SOME PREFER CAKE, IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DIVERGENTI, IL MOVIMENTO D’IDENTITA’ TRANSESSUALE (MIT), IL FESTIVAL MIX DI MILANO, CINEMAGAY.IT, PIANETAGAY.COM, TAXIDRIVERS.IT e tutti i partner e le istituzioni a ritirare il patrocinio dal FLORENCE QUEER FESTIVAL qualora la rassegna gay israeliana non venga cancellata.

Invitiamo tuttx a boicottare il Florence Queer Festival se l’organizzazione intende essere strumento di propaganda del colonialismo israeliano.

NO PRIDE IN ISRAELI APARTHEID

BDS Italia

Posted in General | Comments Off on No al pinkwashing. Fuori l’apartheid israeliana dal Florence Queer Festival

Domenica 16 novembre riapre la trattoria popolare vegan ‘La Puttanesca’

Vi aspettiamo tutt@ a cena!

Dalle ore 20,30 in via Ostiense 137b (metro garbatella)

Il ricavato delle cene della trattoria è per l’autofinanziamento dello spazio e l’autogestione dei corsi e attività, spese legali, o benefit di volta in volta specificati!

Senza titolo-1

Posted in General | Comments Off on Domenica 16 novembre riapre la trattoria popolare vegan ‘La Puttanesca’

[26/10] I confini fanno la differenza? Lavoro sessuale, Industria del sesso, Controllo delle frontiere

26 ottobre dalle ore 18 @ Cagne Sciolte, via Ostiense 137

I confini fanno la differenza? Lavoro sessuale, industria del sesso, controllo delle frontiere

ore 18:00 aperitivo a sostegno della lotta contro i CIE

ore 19:00 proiezione di “NORMAL, storie vere dell’industria del sesso” con il regista Nicola Mai

a fine proiezione discussione, confronto, dibattito sul lavoro sessuale, dentro e fuori i confini degli Stati.

a seguire dj set a cura delle Brigate Romantiche

Vi aspettiamo!!
26OTTOBREdef

 

* Normal *

Normale è un documentario sperimentale di 48 minuti che porta sullo schermo le vere storie di vita di uomini, donne e transessuali migranti che lavorano nell’industria del sesso. Basandosi su interviste originali con le persone che lavorano nell’industria del sesso in Albania, Italia e nel Regno Unito, il documentarista e antropologo Nicola Mai rivela le loro voci inascoltate.
Le loro voci contrastano la percezione e la rappresentazione prevalenti che la maggioranza dei migranti che lavorano nell’industria del sesso sono sfruttati e costretti a vendere sesso contro la loro volontà. Normale presenta storie di vita inattese, inquietanti, commoventi e contraddittorie che rimandano alla complessità ed alla pluralità dei percorsi migratori e lavorativi che portano all’industria globalizzata del sesso. Lo spettatore è continuamente sfidato dalla verità delle parole dei 6 testimoni protagonisti, che sono impersonati da attori per garantire l’anonimato e la sicurezza degli intervistati originali e per sottolineare la natura intrinsecamente performativa di ogni soggettività.

Posted in General | Comments Off on [26/10] I confini fanno la differenza? Lavoro sessuale, Industria del sesso, Controllo delle frontiere

Sabato 27 settembre h14 Piazza della Repubblica – Al fianco di chi lotta in Palestina

Per quasi due mesi, durante la fase più distruttiva dell’attacco alla popolazione palestinese di Gaza, abbiamo partecipato a presidi, cortei e azioni di boicottaggio, per non rimanere impietrite dalla ferocia del massacro che Israele stava compiendo, per dimostrare la nostra vicinanza a chi resiste al colonialismo da decenni.

Ogni giorno volevamo fosse l’ultimo.

image

Ad un mese dalla tregua, le incursioni nei villaggi, gli attacchi dell’esercito contro contadini e pescatori, gli arresti arbitrari e l’espansione coloniale continuano a ritmo incessante, mentre la comunità internazionale partecipa ad una nuova guerra contro il nemico islamico. I reportage e le immagini di quest’estate, sembrano aver anestetizzato e assuefatto l’opinione pubblica, piuttosto che farla indignare e reagire.
Lo strumento, che lo Stato italiano ha utilizzato per confermare e giustificare il proprio ruolo di aguzzino al fianco di Israele durante l’attacco a Gaza, così come in passato per l’Afghanistan e l’Iraq, è una campagna islamofoba, che dipinge popolazioni intere come nemiche, barbare e assassine. Anche ampie fette delle comunità lgbt e femministe occidentali hanno interiorizzato questa retorica,  vittimizzando donne, lesbiche, gay e trans musulmani e assumendo come prospettiva il sistema di diritti delle democrazie occidentali, basato sul privilegio.
Nel frattempo, facciamo i conti con gli effetti dell’ennesima aggressione contro la popolazione palestinese: i profughi gazawi, che scelgono di fuggire dall’assedio, insieme a siriani, afgani, iracheni o provenienti da tanti altri paesi in cui la nostra democrazia esporta morte e sfruttamento, vengono inghiottiti nel cimitero del Mediterraneo.

enjoy2Qui, nell’Europa dei recinti e dell’esclusione, la guerra è iscritta in uno scenario complesso.

I bombardamenti sono lontani ma il fronte interno implode: l’incertezza di tante vite nella miseria dilagante, inasprita dalla crisi, ha bisogno d’identificare la minaccia.

Le persone migranti tornano ad essere il nemico pubblico, qualcuna deve essere la vittima, qualcuno l’eroe.
Domani saremo al corteo in solidarietà per la Palestina, nello spezzone che i/le giovani palestinesi hanno costruito con chi anima le lotte sociali in città.
Rifiutiamo che il terrorismo, l’oppressione e il razzismo passino sui nostri corpi, sui nostri desideri, sia che avvenga con il pinkwashing, che nasconde la brutalità di Israele dietro la facciata di paradiso gay democratico, sia con le ronde e la guerra contro le persone immigrate.

La lotta contro il colonialismo in Palestina è anche la lotta di donne, femministe, lesbiche, trans, gay, queer, intesex per liberarsi da ogni oppressione.
Sabato 27 settembre ore 14, piazza della Repubblica partecipiamo insieme al corteo a fianco della popolazione palestinese.
Saremo dietro lo striscione:
IL PINKWASHING NON CANCELLA IL COLONIALISMO. SOLIDARIETA’ AI QUEER PALESTINESI.

vedi anche:

Solidarietà con chi resiste in Palestina: Queer contro il colonialismo!
[11 luglio] Presidio a Roma. Solidarietà a chi lotta in Palestina

Posted in General | Comments Off on Sabato 27 settembre h14 Piazza della Repubblica – Al fianco di chi lotta in Palestina