Tanto è stato detto e scritto sulla strage di Orlando che ha colpito al cuore la comunità LGBTQI. Non è stato però un massacro che ha colpito nel mucchio ma un attacco mirato a quelle soggettività che vivono una serie complessa e stratificata di oppressioni: non solo frocie ma anche nere, latine, immigrate spesso irregolari. Quelle soggettività che le politiche razziste e omofobe degli USA – come di tanti altri stati – spingono al margine, stigmatizzano, reprimono e opprimono quotidianamente.
Questo elemento secondo noi non può essere tralasciato o invisibilizzato ma anzi rappresenta un punto di vista essenziale in un’ottica intersezionale delle lotte. Per questo vogliamo riportare qui la traduzione di un articolo pubblicato sul sito blacklivesmatter.com.
In ricordo de* nostr* mort*: Latin*, Queer, Trans, Musulman*, Ner* Saremo liber*!
Con dolore e angoscia la rete Black Lives Matter manda amore, luce, protezione alla nostra famiglia ad Orlando, Florida. Vi amiamo. Le persone nere fanno parte di una comunità eterogenea, ed anche se la retorica piena di odio della destra conservatrice sta cercando di metterci gli/le un* contro gli/le altr*, noi resteremo sempre unit*. Oggi, famiglia queer, latina e musulmana, vi aiutiamo a rialzarvi.
Nonostante la lettura dei media di questo come un attacco terroristico, noi sappiamo molto chiaramente che questo terrore è cresciuto a casa nostra, nato dal razzismo e dalla supremazia bianca, dal patriarcato e dall’omofobia della destra e di coloro che vorrebbero usare l’estremismo religioso come un’arma per ottenere potere per pochi togliendolo a tutt* gli/le altr*. Quelli che cercano di approfittarsi delle nostre morti sperano che dimenticheremo chi è il nostro vero nemico e incolperemo invece le comunità musulmane.
Ma noi non lo dimenticheremo mai.
Questo terrore è il prodotto di una lunga storia di colonialismo, che include la violenza dello stato e delle forze dell’ordine. E’ il prodotto della supremazia bianca e del capitalismo, che deformano lo spirito e si alimentano della violenza interpersonale. Soprattutto vogliamo dare spazio alla nostra famiglia latina in questo momento, sapendo che la maggior parte delle persone uccise erano latine, specialmente portoricane. Dalla migrazione forzata di migliaia di giovani dall’isola di Porto Rico a Orlando, fino alla migrazione forzata e mortale attraverso l’America Latina e dai Caraibi – sappiamo che questa non è la prima volta nella storia in cui le nostre famiglie sono state falciate con cattiveria, e noi siamo con voi.
L’estremismo religioso non è una novità negli Stati Uniti e non è solo islamico. Per secoli, la religione è stata usata per soggiogare le persone queer di colore e porre i fondamenti su cui si poggiano le nostre morti. Viviamo in una società che teme gli omicidi di massa ma fa molto poco per produrre le politiche e il radicale spostamento ideologico necessario per tenere le persone LGBTQ e le loro famiglie vive e al sicuro.
Per questo lotteremo per voi. Lotteremo per un mondo che celebri la vostra forza e la creatività della vostra sopravvivenza.
Edward Sotomayor Jr., 34 anni e Stanley Almodovar III, 23 anni e Luis Omar Ocasio-Capo, 20 anni.
Combatteremo per voi. Per un movimento che celebri le donne trans nere e latine, invece di negare la loro importanza nel movimento e svalutare le loro vite.
Juan Ramon Guerrero, 22 anni. Eric Ivan Ortiz-Rivera, 36 anni. Peter O. Gonzalez-Cruz, 22 anni.
Combatteremo per voi. Non accetteremo una narrazione falsa sul “terrorismo islamico” dettata dai fautori della supremazia bianca e dai media. Sappiamo che sono stati proiettili ed intolleranza ad uccidervi.
Luis S. Vielma, 22 anni. Kimberly Morris, 37 anni. Eddie Jamoldroy Justice, 30 anni.
Combatteremo per voi. Non permetteremo che il nostro movimento venga dominato da bianchi progressisti che cercano di definire le soluzioni al posto nostro e limitano il nostro potere.
Non accetteremo l’idea che un’agenda di controllo delle armi con nessun contenuto razziale nè una storia chiara della relazione tra supremazia bianca ed armi negli Stati Uniti possa essere la soluzione. Si, è importante il controllo delle armi e il divieto dei fucili d’assalto, ma non è la risposta completa. Non si possono denigrare le armi senza denigrare anche il modo in cui vengono usate per conquistare terre, per schiavizzare i corpi dei/delle ner*, per rifare “l’America Latina”, e ridefinire l’emisfero occidentale. Abbiamo bisogno di qualcosa di più che una legge, più di veglie e preghiere, più delle donazioni – abbiamo bisogno di una trasformazione radicale dei fondamenti di questa nazione. E siamo qui per questo. Per tutto questo.
Darryl Roman Burt II, 29 anni. Deonka Deidra Drayton, 32 anni. Alejandro Barrios Martinez, 21 anni.
Combatteremo per voi. Come le nostre famiglie e le nostre comunità, anche l’amore è sotto attacco. Ci concentreremo a guarire le nostre comunità e noi stess*. Continueremo ad essere impegnat* in un lavoro interno alle nostre comunità per costruire amore e resilienza rivoluzionari. Questo amore ci illumina dall’interno.
.Anthony Luis Laureanodisla, 25.
Jean Carlos Mendez Perez, 35.
Franky Jimmy Dejesus Velazquez, 50.
Amanda Alvear, 25.
Martin Benitez Torres, 33.
Luis Daniel Wilson-Leon, 37.
Mercedez Marisol Flores, 26.
Xavier Emmanuel Serrano Rosado, 35.
Gilberto Ramon Silva Menendez, 25.
Simon Adrian Carrillo Fernandez, 31.
Oscar A. Aracena-Montero, 26.
Enrique L. Rios Jr., 25.
Miguel Angel Honorato, 30.
Javier Jorge-Reyes, 40.
Joel Rayon Paniagua, 32.
Jason Benjamin Josaphat, 19.
Cory James Connell, 21.
Juan P. Rivera Velazquez, 37.
Luis Daniel Conde, 39.
Shane Evan Tomlinson, 33.
Juan Chevez-Martinez, 25.
Jerald Arthur Wright, 31.
Leroy Valentin Fernandez, 25.
Tevin Eugene Crosby, 25.
Jonathan Antonio Camuy Vega, 24.
Jean C. Nives Rodriguez, 27.
Rodolfo Ayala-Ayala, 33.
Brenda Lee Marquez McCool, 49.
Yilmary Rodriguez Sulivan, 24.
Christopher Andrew Leinonen, 32.
Angel L. Candelario-Padro, 28.
Frank Hernandez, 27.
Paul Terrell Henry, 41.
Antonio Davon Brown, 29.
Christopher Joseph Sanfeliz, 24.
Akyra Monet Murray, 18.
Per ricordare i/le nostr* mort* e combattere come l’inferno per vivere, abbiamo bisogno di una nuova visione di “sicurezza” che dia priorità ai diritti umani e non agevoli una violenza mortale. Abbiamo bisogno che il mondo realizzi che la parola “terrorista” non è un sinonimo di musulmano, non più di quanto “criminale” lo sia di nero. Il nemico sono e sono sempre stati la supremazia bianca, il patriarcato, il capitalismo e il colonialismo. Queste forze e non l’Islam creano il terrorismo. Queste forze e non l’essere queer creano l’omofobia. Queste forze sguinzagliano la distruzione in primo luogo contro trans, queer, latin* e ner*, noi siamo i/le prim* a sperimentare la loro violenza. Queste forze creano le condizioni per la nostra disumanizzazione e morte, e noi ne terremo conto, non importa che faccia indosseranno.
Finchè non distruggeremo questi sistemi, finchè il razzismo non sarà più il motore per l’intolleranza, lo sfruttamento e l’esclusione contro musulman* queer e trans – non potremo mai essere veramente liber*.
Ma siamo convint* che vinceremo.
Fonte__ http://blacklivesmatter.com/in-honor-of-our-dead-queer-trans-muslim-black-we-will-be-free/