Dal 21 novembre a Firenze avrà luogo il ‘Florence Queer Festival’ che ospiterà una retrospettiva di cinema israeliano a tematica gay.
Da anni ormai, uno degli strumenti di propaganda dello stato israeliano consiste nel vendersi come uno stato moderno, democratico e tollerante verso i gay, rafforzando la retorica che definisce ‘barbare e retrograde’ le popolazioni confinanti, senza mai nominare il colonialismo sionista, l’occupazione militare e il sistema d’Apartheid che opprime la popolazione palestinese.
Questo tipo di operazione denominata ‘Pinkwashing’ (lavaggio rosa) è profumatamente finanziata dagli organi governativi israeliani e attraverso la produzione culturale, artistica, cinematografica, ma anche attraverso la promozione turistica indirizzata verso i soggetti lgbtiq, tenta di coprire e normalizzare la quotidiana brutalità dell’occupazione sionista delle terre palestinesi, proponendo un’immagine positiva di Israele attraverso il sistema di diritti, basati sul privilegio, dei gay israeliani.
In quanto soggetti lgbtiq non ci stiamo ad essere usati strumentalmente per questo tipo di operazioni. La libertà di esistere, di scegliere, di amare, per cui lottiamo ogni giorno non può essere una cosa che riguarda solo noi stessi/e/x e chi ci è intorno e non può servire a coprire i soprusi e le violenze quotidiane dello stato israeliano ai danni dei/delle palestinesi.
Al ‘Florence Queer Festival’ il regista israeliano Eytan Fox parteciperà alla proiezione di una rassegna dei suoi film, tra cui “Yossi & Jagger”, che racconta la relazione tra due soldati israeliani. La propaganda, vòlta ad umanizzare l’esercito israeliano, pubblicizza la presenza di gay e lesbiche nell’esercito utilizzando la retorica delle guerre per esportare democrazia e diritti, coprendo così i massacri e l’abominio coloniale.
A San Francisco ed Amsterdam dei gruppi queer hanno già scelto da che parte stare, boicottando i film di Eytan Fox in solidarietà con la popolazione palestinese.
Crediamo che non esista alcuna liberazione per i soggetti lgbtiq attraverso l’oppressione di altri individui. Nessun individuo che tenda alla liberazione della propria esistenza, dei propri desideri, del proprio corpo, può ottenerla attraverso l’oppressione di altre esistenze, altri desideri, altri corpi.
Il regista Fox, parlando ai giornali dei sui film come “Yossi & Jagger”, “Walk on Water” e “The Bubble”, dichiara che lo Stato ha sempre supportato i suoi lavori sin dagli anni ’90 così come testimoniano le partnership del consolato israeliano in alcune rassegne internazionali di cinema.
Rifiutiamo le retoriche pacificatorie e normalizzanti che impongono una visione ‘equidistante’ tra le forze d’occupazione e la popolazione palestinese assediata.
Noi siamo e saremo sempre a fianco dei queer palestinesi che ogni giorno resistono contro l’occupazione militare e l’Apartheid; a loro e alla popolazione palestinese che vive nei campi profughi, nei villaggi e nella prigione a cielo aperto di Gaza va la nostra solidarietà.
Chiediamo a Eytan Fox, che si presenta come progressista, di schierarsi a favore dei diritti dei palestinesi come indicati nell’appello palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele e di rifiutare ogni sostegno delle istituzioni israeliane.
Finché non lo farà, invitiamo ARCILESBICA, GENDER BENDER, SOME PREFER CAKE, IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DIVERGENTI, IL MOVIMENTO D’IDENTITA’ TRANSESSUALE (MIT), IL FESTIVAL MIX DI MILANO, CINEMAGAY.IT, PIANETAGAY.COM, TAXIDRIVERS.IT e tutti i partner e le istituzioni a ritirare il patrocinio dal FLORENCE QUEER FESTIVAL qualora la rassegna gay israeliana non venga cancellata.
Invitiamo tuttx a boicottare il Florence Queer Festival se l’organizzazione intende essere strumento di propaganda del colonialismo israeliano.
NO PRIDE IN ISRAELI APARTHEID
BDS Italia