Sabato 27 settembre h14 Piazza della Repubblica – Al fianco di chi lotta in Palestina

Per quasi due mesi, durante la fase più distruttiva dell’attacco alla popolazione palestinese di Gaza, abbiamo partecipato a presidi, cortei e azioni di boicottaggio, per non rimanere impietrite dalla ferocia del massacro che Israele stava compiendo, per dimostrare la nostra vicinanza a chi resiste al colonialismo da decenni.

Ogni giorno volevamo fosse l’ultimo.

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Ad un mese dalla tregua, le incursioni nei villaggi, gli attacchi dell’esercito contro contadini e pescatori, gli arresti arbitrari e l’espansione coloniale continuano a ritmo incessante, mentre la comunità internazionale partecipa ad una nuova guerra contro il nemico islamico. I reportage e le immagini di quest’estate, sembrano aver anestetizzato e assuefatto l’opinione pubblica, piuttosto che farla indignare e reagire.
Lo strumento, che lo Stato italiano ha utilizzato per confermare e giustificare il proprio ruolo di aguzzino al fianco di Israele durante l’attacco a Gaza, così come in passato per l’Afghanistan e l’Iraq, è una campagna islamofoba, che dipinge popolazioni intere come nemiche, barbare e assassine. Anche ampie fette delle comunità lgbt e femministe occidentali hanno interiorizzato questa retorica,  vittimizzando donne, lesbiche, gay e trans musulmani e assumendo come prospettiva il sistema di diritti delle democrazie occidentali, basato sul privilegio.
Nel frattempo, facciamo i conti con gli effetti dell’ennesima aggressione contro la popolazione palestinese: i profughi gazawi, che scelgono di fuggire dall’assedio, insieme a siriani, afgani, iracheni o provenienti da tanti altri paesi in cui la nostra democrazia esporta morte e sfruttamento, vengono inghiottiti nel cimitero del Mediterraneo.

enjoy2Qui, nell’Europa dei recinti e dell’esclusione, la guerra è iscritta in uno scenario complesso.

I bombardamenti sono lontani ma il fronte interno implode: l’incertezza di tante vite nella miseria dilagante, inasprita dalla crisi, ha bisogno d’identificare la minaccia.

Le persone migranti tornano ad essere il nemico pubblico, qualcuna deve essere la vittima, qualcuno l’eroe.
Domani saremo al corteo in solidarietà per la Palestina, nello spezzone che i/le giovani palestinesi hanno costruito con chi anima le lotte sociali in città.
Rifiutiamo che il terrorismo, l’oppressione e il razzismo passino sui nostri corpi, sui nostri desideri, sia che avvenga con il pinkwashing, che nasconde la brutalità di Israele dietro la facciata di paradiso gay democratico, sia con le ronde e la guerra contro le persone immigrate.

La lotta contro il colonialismo in Palestina è anche la lotta di donne, femministe, lesbiche, trans, gay, queer, intesex per liberarsi da ogni oppressione.
Sabato 27 settembre ore 14, piazza della Repubblica partecipiamo insieme al corteo a fianco della popolazione palestinese.
Saremo dietro lo striscione:
IL PINKWASHING NON CANCELLA IL COLONIALISMO. SOLIDARIETA’ AI QUEER PALESTINESI.

vedi anche:

Solidarietà con chi resiste in Palestina: Queer contro il colonialismo!
[11 luglio] Presidio a Roma. Solidarietà a chi lotta in Palestina

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